27-28-29 MAGGIO 2016, @ prato della valle dalle 11 alle 24Un post velocissimo per invitarvi ad andare, domani, al Padova Food Festival in Prato della Valle. Di ritorno dalla bottega di Laura(di cui vi parlerò) io e Daniele stasera abbiamo fatto tappa Prato, essendo super curiosi per quest'evento di cui avevo tanto visto parlare nei social. Di che si tratta? In realtà mi aspettavo mille indicazioni sul fatto che ci fosse, e invece a causa del consueto mercato del sabato non si sarebbe mai detto che verso Santa Giustina ci fosse un bellissimo percorso di degustazione. Due percorsi: Veggy e Meatty (veg or meat), uno spazio in cui dare un'occhiata alle specialità esposte da vari ristoranti, aziende agricole, macellerie, persino da IKEA (unica 'foresta' perché tutte le realtà presenti propongono soluzioni padovane a km zero). Il cibo proposto è gourmet all'ennesima potenza perché non propone abbinamenti scontati: idee internazionali rivisitate in chiave padovana, come per esempio il Kebab di Polverara che ho preso io. L'Azienda Agricola La Masseria con il ristorante In Corte Dal Capo propone una cialda di pane fatta con farine macinate a pietra a km zero, sfilacci di gallina di Polverara da allevamento etico (cotta allo spiedo per una cosa tipo 5 ore, sentivo dire dal signore al bancone), verdure dell'orto (peperoni, insalata), salsa alla rapa e salsa allo yogurt. Leggerissimo, buonissimo! Un vero kebab padovano! Daniele invece ha scelto l'alternativa che avrei preso anche io se non l'avesse scelta lui: l'Oca Burger Latte Miele! Pazzescamente particolare, questa proposta dell'Antica Trattoria Paccagnella in collaborazione con la Soc. Agricola Littamè aveva veramente un'aspetto meraviglioso già dall'esposizione sul banco. Panino ripieno con oca allevata latte e miele con chutney piccante, menta e pomodoro confit. Una specialità davvero unica. Tantissime le altre proposte super interessanti, tutte da provare. Mi attiravano moltissimo i Tagliolini al Caffè con Zucchine e Lumache del Caffè Pedrocchi, ma anche le proposte veg non erano da meno: l'Involtino Primavera Padovano della Gourmetteria è bello da vedere e, sono sicura, anche buonissimo da gustare. Ho visto anche dei bambini felicissimi di avere davanti la Mozzarella Fior di Fragola di Le Midì, ovvero una super mozzarellona impanata ripiena di coulis di fragole. Avrei provato tutto... ma mi sono fatta bastare il Kebab di Polverara e l'assaggio dell'Oca Burger :) Uno poi però inevitabilmente si chiede: e quanto costano tutte queste cose particolarissime? Io e Daniele pensavamo che ogni 'stand' avesse un suo costo, abbastanza elevato pure, per via della qualità e della particolarità di ingredienti e preparazioni. Certi piatti hanno uno studio, alle spalle, che farebbe impallidire qualsiasi mia pianificazione annuale per il solito pranzo di Natale.
La cosa sorprendente invece è che ogni piatto per ogni stand costa solamente 5 Euro. Se ne spendi 10 hai 2 piatti e 1 bevanda. I piatti puoi prenderli in qualsiasi stand, e se vai alle 19 come abbiamo fatto noi la velocità del servizio è assicurata. Si mangia in piedi? Nein nein! Al centro del cerchio degli stand gastronomici c'è un'isola di tavoli e panchine allestiti di tutto punto. Nell'aria la musica swing e jazz accompagna i morsi più gourmet che possiate trovare a Padova questo weekend. Io e Dani ci siamo proprio sentiti fortunati ad aver preso parte a questo festival! Per gli organizzatori: perché non lo proponete più spesso? :) Queste iniziative splendide vanno radicate ancora di più nel cuore dei padovani e dei turisti! Spero di avervi dato un'idea per questa domenica, grazie ancora al Comune di Padova ed agli enti coinvolti per aver realizzato una cosa così unica nel suo genere! Patrizia
0 Comments
Restare lontana dal blog per più di 20 giorni è stato come stare fuori casa da troppo tempo. Come quando stai lontano dal tuo letto e senti proprio il bisogno di ri-abbracciare quella meravigliosa sensazione di protezione e relax estremo. Dovete sapere che in questi giorni sono successe tante, tantissime cose. Prima fra tutte, la gran notizia: il lavoro. Per chi è stato più attento e per chi mi conosce forse la cosa era già risaputa, ma è comunque fresca fresca. Ho trovato un lavoro (che mi piace, il che non è cosa da poco), sono stata in fiera a Bologna per 4 giorni, continuo a gestire la mia attività di maestra al sabato mattina e di insegnante d'inglese per i ragazzi che hanno bisogno di tutoraggio durante le ore libere della settimana (che sono davverodavverodavvero poche), mi destreggio con un altro paio di impegni continuativi e nel frattempo cerco di non andare a letto troppo tardi la sera perché il giorno dopo c'è sempre tanto da fare. A causa di tutti questi impegni e di questo incastro pauroso di orari ho mancato un evento al quale ero stata invitata come foodblogger(m'è scesa la lacrima, #sapevatelo), innumerevoli incontri con altre super lovely ragazze del Web e della vita reale e mancato troppi appuntamenti con la mia cucina. Però un cedro l'ho candito. Chi mi segue in Instagram, a parte il fatto dell'aver notato che le mie ultime foto non rispondono necessariamente ai requisiti dei post da itgirl/influencer/igersconvinta/polliciattaccatialloschermoalldaylong, deve aver notato qualche foto a tema cedro. E se devo essere sincera il cedro è stato l'elemento di ritorno alla lentezza in questi giorni di velocità furiosa. Un dono che, per il secondo anno, ha monopolizzato il termometro da zucchero, una pentola a fondo spesso e la griglia del forno. Sì perché la canditura non è un affare da pochi giorni. Ci vuole pazienza, ma sono qui a dirvi che con un 8-hour job, millemila impegni e una cucina è possibile farlo. La sera. Ed è possibile anche fare qualche foto decente. :) Il cedro, super-bio, arriva dalla pianta della generosissima nonna di Ilaria, che ha voluto dare a me l'unico cedro cresciuto quest'anno. Più piccino di quello dell'anno scorso (che era incredibile per qualsiasi standard) ma dalla scorza polposissima e bella spessa. Perché del cedro si candisce solo la scorza. Anche stavolta la ricetta è quella di kittyskitchen.it ed io ne sono ancora una volta una fedele adepta. Quella che vi riporto è la mia versione rivisitata. Per ottenere un cedro candito alla perfezione dovete contare 10 giorni. Il tempo che vi impiega ogni sera è di mezz'ora al massimo nella fase post bollitura. Prima di spaventarvi, vi prego, aprite bene gli occhi e leggete il procedimento. Vi accorgerete che tra una fase e l'altra ci sono sempre moltissime ore di riposo per voi e per il vostro cedro. La lentezza regna sovrana in questa preparazione, ed io non ve la consiglio per portarvi appresso un dovere ogni sera, ma per coccolare il vostro risultato finale passo dopo passo, con i dovuti tempi. Quelli di una volta, quelli della dolcezza. E della conservazione della Primavera che è ancora indecisa sul da farsi. Noi la mettiamo già in barattolo! INGREDIENTI 1 cedro bio o dei cedri piccoli zucchero semolato in base al peso (si scopre dopo la bollitura) sale grosso qb acqua STRUMENTI termometro da zucchero (o per dolci, meno di 10 Euro su Amazon) pentola a fondo spesso scolapasta griglia del forno (o una gratella, serve per l'asciugatura) PROCEDIMENTO ad ore. Così magari andate meno in panico come me la prima volta. - ORE 20, day 1 Lavare bene il cedro in acqua corrente, usando una spazzola pulita per grattare un po' la scorza ed eliminare residui infausti. Tagliare ora le due calotte del cedro ai lati opposti. Tagliare il cedro in quattro spicchi, asportare la polpa anche con un cucchiaio ma cercando di levare meno alburno (il bianco) possibile. Tagliare il cedro in fettine piuttosto regolari e porle in uno scolapasta, a strati, alternandole con sale grosso abbondante. Serve per levare l'acqua di vegetazione e renderle più sode per la canditura. Lasciatele così per almeno 24 ore. - ORE 20, day 2 Risciacquare accuratamente le fette di cedro. Kitty dice di farlo almeno 12 volte, perché sembra impossibile ma il retrogusto del sale resta impercettibile ma resta. Devo dirvi la verità: io le ho risciacquate 8 volte. Il retrogusto salato (che è minimo davvero) mi piace... Mentre risciacquate mettete sul fuoco una pentola con acqua, abbastanza capiente. Quando bolle tuffatevi le scorze di cedro e, alla ripresa del bollore contate 20 minuti. Alla fine della cottura le scorze dovranno essere trapassabili da uno spillo. Questa operazione toglierà le tracce di sale in eccesso e renderà le scorze morbide. Scolate e bagnate con acqua fredda. Lasciate nello scolapasta (senza sale eh!) per altre 24 ore, prendetevela comoda! - ORE 20, day 3 Pesate le scorze. A ugual peso corrisponde la quantità di zucchero che dovrete usare. Usate la calcolatrice e dividete la cifra a metà: questa è l'acqua di cui avrete bisogno. Unite zucchero e acqua in un pentolino, immergetevi il termometro da zucchero e portate a 110°C per ottenere uno sciroppo. Quando sarà pronte spegnete, attendete 8 minuti e poi versatelo sulla teglia a fondo spesso in cui avrete disposto le fette di cedro con la parte bianca rivolta verso l'alto. Se avete una gratella per fare peso e tenerle sotto sciroppo bene, altrimenti fate come la zia Patrizia che se le inventa tutte. Piazzateci sopra un piatto ribaltato. Restano sotto sì! :D - ORE 20, day 4
Siamo alla seconda fase di canditura. Estraete dalla pentola le fette di cedro, mettete sul fuoco lo sciroppo, portate a 110°C, ri-immergete le fette, ri-usate il piatto o la gratella per tenerle immerse. E siamo a due! - ORE 20, day 5 Stessa cosa del day 4. - ORE 20, day 6 Stessa cosa del day 4. - ORE 20, day 7 Dovremmo ottenere delle fette perfettamente trasparenti. Se non è così eliminate lo sciroppo 'vecchio', rifatene uno di nuovo e immergete le fette nel nuovo sciroppo. Aspettate 24h per verificare se sono davvero pronte. Se invece al day 7 è tutto pronto scolate bene le fette dallo sciroppo, passatele bene nello zucchero semolato e mettetele ad asciugare sulla gratella (o sulla griglia del forno capovolta). In pausa pranzo giratele di lato, fatelo almeno 2 volte al giorno perché si attaccano. - Day 8, 9, 10 In questi giorni rigirate spesso il cedro candito, deve asciugarsi bene. Al giorno dieci le fettine saranno pronte per essere messe in barattoli di vetro ben chiusi. Il cedro candito può essere usato nei dolci, come regalino (voglio dire, na fatica così è un gran regalo), come dessert post-cena o come sfizio dolce quando la giornata proprio non vi passa. Riscoprite la lentezza dei gesti! Alla vigilia della Festa della Mamma mi rendo conto di non aver postato nessuna ricetta cuoriciosa, a base di mousse rosse o fucsia, niente di niente. Non è l'atteggiamento che ci si aspetterebbe da una foodblogger ed io convengo con voi, per carità, ma come per ogni umano, ma soprattutto come ogni donna, ci sono periodi più full degli altri ed infornare qualcosa diventa un pochino complicato.
Ci sono un bel po' di novità all'orizzonte, perché la mia vita è un insieme di tantissime cose oltre al blog ed ai social correlati, e non vedo l'ora che l'impatto con l'onda dopo mesi di inverno e lana si trasformi in una piacevolissima nuotata nell'acqua che tanto mi mancava. Vi racconterò, credo si sia capito anche dagli altri canali che elettrizzata è la parola giusta. Nel frattempo approfitto di un momento di calma per aggiornare il blog e postare una ricetta che nel gergo di Instagram si deve considerare un #latergram. Significa che la ricetta aspettava solo di essere pubblicata, non che improvvisamente tutto il mio mondo culinario ruoti attorno al vegan (mi accorgo che le ultime ricette sono state particolarmente salutari). I semi di chia, ne avrete sentito parlare, sono portentosi. E costosetti. Qualcosa di così carico di benefici e di moda non poteva non suscitare un po' di sospetti ma anche di curiosità. Come vi dicevo per la Torta Magica, tendo sempre ad aspettare che il polverone iniziale dei lustrini si attenui prima di testare personalmente la novità in questione. E' successo così per i semi di chia. Comprati (ah-ehm) prima che mi capitasse la seconda colica renale e prima che capissi di averli comprati sicuramente non per me, dato che sono pienissimi di calcio oltre al resto. A me decisamente non fanno bene, ma alla mia famiglia sì. Fibre, antiossidanti, aminoacidi, Omega 3.. i semi di Chia contengono 2 volte il potassio delle banane, 15 volte il magnesio dei broccoli, 5 volte il calcio del latte, 3 volte il ferro degli spinaci e così via. Si raccolgono da una pianta, sembrano quasi semi di papavero. Ho deciso di aprire quel sacchettino e provare una ricetta che un giorno a caso, per puro caso, sono passata davanti alla TV mentre su Detto Fatto (Rai 2) Paola Galloni li stava usando. Ne è uscito un budino senza panna o colla di pesce, perché i semi di chia a contatto con il liquido sprigionano una specie di collante naturale. Vegana anche questa ricetta, perché il latte che ho usato è quello di cocco (quello alla stregua di riso, soya, mandorle ecc) che avevo in casa per la colazione. Ve lo dico tranquillamente: se usate queste dosi lo zucchero non si sentirà molto. E' un dessert o una merenda, ma pochissimo zuccherata - regolatevi se aggiungerne oppure no. Vi racconto la ricetta, ormai è tardi ed è l'ora della buonanotte anche per me, ma prima volevo lasciarvi lo stesso qualche idea dolce per le vostre mamme... perché l'8 Maggio è proprio dopodomani e perché un po' mi vergogno a non aver potuto studiare nulla di più ad hoc! Summer Pavlova I Macarons senza termometro per lo zucchero e senza planetaria Red Velvet Whoopie Pies a forma di cuore Buttermilk Waffles per un dolcissimo risveglio Crostata Primavera con Chantilly, Fragole e Kiwi per un gusto classico ma super voluttuoso Per altre ricette click on INDICE RICETTE! :) Buona Festa della Mamma, anche alla mia che ha apprezzato la Chia in budino! per 8 bicchierini Prendete 60 gr di semi di chia e tuffateli in 300 ml di latte di cocco a temperatura ambiente. Attendete 10 minuti, poi con una frusta a mano mescolate per rompere un po' la gelatina che si sarà formata. Aggiungete 2 cucchiai di miele liquido, 1 bustina di vanilina, un pizzico di sale. Mescolate bene, suddividete il budino nei bicchierini e metteteli in frigo a riposare per almeno 2 ore. Serviteli freschi con una macedonia di fragole a tocchetti macerate nello zucchero e nei pezzettini di menta fresca (se volete). Altrimenti usate altra frutta e guarnite tutto prima di servire. Il Tofu, ammettiamolo, ha un gusto pallidello. Per dirla drasticamente: al naturale non sa proprio di niente. Nessuno si mangerebbe una fetta di tofu così come lo si estrae dalla confezione: non è umanamente proponibile, sarebbe come mangiare gomma.
In casa, prima di ora, non l'avevo mai preparato. La versione orientale, con marinatura e scottatura alla piastra, mi piace abbastanza da ordinarla una volta sì e una volta no al giapponese, ma ricordo una versione molto gustosa ad un ristorante vegano: aveva salsa di mirtilli e qualcosa di particolare. Mi era piaciuto molto. In questo periodo di assesto alimentare (del tipo che ancora non so cosa posso permettermi e cosa no per via dei reni) sto cercando di variare molto e di spaziare anche nell'ambito vegan, schivando però alla grande cose tipo il seitan, che anche al ristorante vegano sapeva proprio di suola di scarpa. Non me ne vogliano i suoi cultori. L'altro giorno, quindi, mentre vorticavo tra gli scaffali del supermercato alla ricerca di cibi scaccia-malanni mi sono imbattuta nel tofu, quando mai l'avevo visto in quel super. Prezzo lancio, nuovo arrivo. Preso. Conoscevo la sua anima insipida, quindi ho maturato due idee coi peperoni, perché i peperoni dopotutto sono l'ortaggio dal gusto più potente (insieme alla cipolla). Ho preparato due tomini di tofu con due salsine diverse: peperone giallo al curry & peperone rosso al timo-limone. E tutta la famiglia ha assaggiato. Ed apprezzato. Vi riporto la ricetta senza tante liste o procedimenti e vi consiglio di provare. Per un qualcosa di diverso in tavola il tofu può essere una buona idea! SALSINA GIALLA AL CURRY: tagliare a tocchettini 1 peperone giallo medio ed 1/4 di cipolla. Far rosolare tutto bene in padella antiaderente, a fuoco medio (niente scioglimenti o bolliture), aggiungendo mezzo bicchiere d'acqua calda in cui scioglierete 1 cucchiaino di curry e 1 di curcuma a metà cottura. Salare e pepare. Ci vorranno 10-15 min in tutto. SALSINA ROSSA AL TIMO-LIMONE: tagliare a tocchettini 1 peperone rosso medio ed 1/4 di cipolla. Far rosolare tutto bene in padella antiaderente, a fuoco medio (niente scioglimenti o bolliture), aggiungere il timo-limone (qb), continuare la cottura per 10 minuti. Salare e pepare. Scaldare bene una padella antiaderente senza nessun condimento e adagiarvi il tofu (il mio era tofu bello solido, non cremoso), farlo rosolare bene per circa 10 minuti a fuoco medio girandolo di tanto in tanto per creare una specie di crosticina leggerissima. Quando sarà doratino togliere dal fuoco, adagiare su un piatto. Ricoprire i due panetti di tofu con le due salsine diverse. Lasciar riposare almeno 30 min prima di porre tutto in forno a scaldarsi di nuovo e servire. Il tempo di riposo serve affinché la crema che si forma con i condimenti insaporisca il tofu al punto giusto. |
Who are you?33 anni, provincia di Padova. contatti social
|