Le Madeleines me le ha fatte ricordare Blake Lively in Adaline – l’eterna giovinezza. Un film bellissimo, non solo perché lei è veramente una delle donne più belle della Terra, a mio avviso. Insomma, stavo lì, al cinema con le mie amiche, sopprimendo urletti da donnina innamorata ad ogni cambio d’abito, nuova pettinatura, dettaglio modaiolo (quel film è davvero meraviglioso anche per questo, accidenti!) quando, sfogliando vecchi album fotografici Adaline mangia delle Madeleines, accovacciata sul pavimento del suo appartamento, accanto a bauli vintage per davvero. Grazia soprannaturale a parte… le Madeleines, lei, l’atmosfera d’antan, i vestiti, la storia (Adaline non invecchia, ve l’ho detto questo?), mi hanno provocato una fitta al cuore. Una scena così dolce e malinconica al tempo stesso. Di cui non ho trovato foto nel web, ecco. Motivo in più per consigliarvi il film e cercare quella scena sullo schermo. Well, le Madeleines. Piccole, perfette per il tè, dal sapore burroso e meravigliosamente soffici all’interno. Sono diventate famose grazie a Proust, che con una Madeleine rimembrava il passato e l’infanzia, ma credo che siano diventate quel che sono soprattutto per la loro bontà. Se ne mangia una e si rimane deliziati, la seconda forse è meglio non mangiarla per non rovinare il gusto che vi è rimasto della prima. Per me è così. Me le risparmio il più a lungo possibile. La ricetta è quanto di più semplice ci possa essere al mondo. E poi la gobbetta. Cruccio di chi non sa il trucco, ovvero il frigorifero. L’impasto va fatto riposare 3 ore in frigo, poi infornato. E poi quelle cucciole di pasticcine rotoleranno su sé stesse come piccole trottole (fantasticando un po’). Basta avere uno stampo in silicone; non l’avete? Io ne ho comprato uno proprio a Padova, all’Europa in Prato, per 3 Euro. Una sciocchezza! ATTENZIONE: se comprate uno stampo di silicone(vale per qualsiasi stampo) è buona norma lavarlo, asciugarlo, ed infornarlo per 20 minuti a 200°C riempendo i vani da dolce con un impasto ‘fake’, ovvero farina acqua e poco olio. In questo modo la tossicità del silicone si scarica del tutto sulla prima infornata – e fa una puzza da plastica estinguibile con le finestre spalancate. Basterà poi buttare via i tortini ‘fake’, lavare di nuovo lo stampo e procedere con il normale uso, senza più puzze o pericoli vari. Nota personale: una volta avevo uno stampino di silicone… e l’ho cestinato. Scarsissima qualità, bassissima resa. Una delusione. Questo stampino da madeleines è il primo che compro dopo anni ed anni e mi sembra buono, nonostante l’abbia pagato pochissimo. Anyway, a me stanno più simpatici gli stampi rigidi. Ma questa è un’altra storia. Prendete nota delle Madeleines: ve lo consiglia anche quella gran bellona di Adaline. Ricetta tratta da Il était une fois la patisserie e riadattata un po’ a mio gusto e procedimento – merci beaucoup pour ce recette magnifique!! INGREDIENTI per 13-14 madeleines medie 140 gr burro 140 gr farina 2 uova 100 gr zucchero vanilina sale (io ho usato fleur de sel alla vaniglia) 1 cucchiaino di lievito per dolci PROCEDIMENTO Far sciogliere in un pentolino il burro e poi lasciarlo intiepidire. In una ciotola di vetro montare con le fruste le uova con lo zucchero per almeno 3 minuti, il composto dovrà essere bello spumoso. Aggiungere ora con una spatola gli ingredienti secchi (precedentemente assemblati in una ciotola): farina, vanilina, lievito, sale. Mescolare dall’alto verso il basso non troppo velocemente. Aggiungere ora il burro fuso in tre tranches, sempre avendo cura di incorporarlo tutto volta per volta. Coprire con pellicola la ciotola e lasciare in frigo per 3 ore a riposare. Passato il tempo dovuto riempire con ¾ di cucchiaio ogni vano da madeleine, infornare subito in forno preriscaldato a 210°C per 8-9 minuti fino a quando si sarà formata la gobbetta, poi abbassare a 190° e proseguire per altri 5-6 minuti. Attenzione alla potenza del vostro forno. Servire spolverate di zucchero a velo.
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L’altro giorno me ne stavo aggrappata, in precario equilibrio stile fenicottero, a un sostegno dell’autobus che ogni giorno mi porta alla stazione e chiacchieravo con Irene, una mia compagna di corso, di ricotta e cibi buoni. Le sue parole “Ah, io adoro i latticini!” mi hanno riportato alla mente le Baguettes ai Formaggi che avevo preparato per la prima volta ancora mesi fa, e che avevano lasciato un segno indelebile nella mia memoria golosa. Come non scrivervi, quindi, la ricetta? Adesso che il corso (se non sapete di cosa sto parlando fate un giro in Instagram e lo scoprirete) è in dirittura d’arrivo al gran finale (che vuol dire ESAMI – mica simpatica sta parola) ho meno tempo di scrivere, provare ricette e sollazzarmi nell’ “ommiodddiooochebbbuonooo” per intere giornate da invasata. Questo non vuol dire però che i miei pensieri non siano rivolti al qui presente spazietto, tutto mio, tutto vostro, tutto da arredare con parole e variopinti svolazzi. Ci vuole pazienza, ci vuole sempre… Ma in attesa del mio ritorno a pieno regime seguitemi negli altri social, dove in genere anticipo sempre qualche post in modo velato (Roma vi dice niente? :D). Back to the recipe, questo pane è perfetto sotto ogni punto di vista. E lo so che la lievitazione, l’impasto, l’attesa, la fatica, ma accidenti questo merita tutta la vostra pazienza(e ne serve poca, I swear) e il vostro amore. Se volete stupire gli amici nelle gite in giornata presentatevi con queste baguette farcite di -che ne so- fesa e rucola, crudo insalata pomodori e mozzarella, tapenade(=paté) di olive nere feta e pomodorini confit. Se volete farvi il pane in casa e mangiarlo per altri due giorni consecutivi scaldatele nel forno a rondelle. E se avete ospiti fateci dei bellissimi crostini alle erbette. Multiuso, multigusto, multigoduria. Fidatevi! E per concludere.. grazie ad Irene per avermi inconsciamente dato una mano a definire/creare questo post! Ricetta tratta da Sale&Pepe INGREDIENTI per 6 baguettes da panini per il primo impasto: 8 gr lievito di birra fresco 135 gr farina per l’impasto: 50 gr miele 15 gr lievito di birra fresco 60 gr olio extravergine 300 gr farina 1 cucchiaio di sale 50 gr grana 50 gr provola saporita 50 gr caciotta (o altro formaggio a pasta solida a piacere) PROCEDIMENTO Fase 1: il primo impasto. Mescolate il lievito aggiungendo pian piano 200 ml di acqua tiepida(ma non troppo calda altrimenti il lievito muore!) fino a quando non si sarà sciolto del tutto. Aggiungetevi la farina, mescolate, coprite con pellicola e lasciate riposare per 30 minuti in un luogo tiepido (=forno spento con dentro un pentolino di acqua bollente). Fase 2: l’impasto. Mescolate 150 ml di acqua tiepida con il lievito fresco ed il miele, dovrà sciogliersi tutto alla perfezione. Aggiungete l’olio, la farina, i formaggi grattugiati, il primo impasto e da ultimo il sale; ogni ingrediente va aggiunto e poi amalgamato bene nell’impasto prima di procedere con il prossimo in lista. Ottenete un impasto omogeneo, lavorandolo con le mani per 5 minuti (non meno!). Coprite con un canovaccio e lasciate riposare 30 minuti. Fase 3: le baguettes. Con le mani infarinate ricavate delle porzioni di pasta uguali (6) e ottenete dei filoncini. Disponeteli su un telo infarinato come nella foto sottostante e lasciateli lievitare ancora 30 minuti. Infine prima di infornarli a 180°C per 20-25 minuti praticate delle incisioni trasversali con un coltello affilato e procedete alla cottura. Saranno pronti quando ben dorati. Consumate così, come un semplice pane, oppure a raffreddamento completato farcite le baguettes con ingredienti che per voi sono gourmet. Nell’esatto momento in cui sto scrivendo sono le 23 di venerdì sera, la mia settimana di impegni non è ancora finita ed ho un piede particolarmente orribile – sta tutto sotto all’argilla verde a causa di una tendinite da danza di cui probabilmente ho parlato in these days anche in Instagram. Poverino, non si può biasimare. Ha iniziato a gonfiarsi proprio quando, domenica scorsa (May, 3rd), ho fatto full immersion trottante di cibi e oggetti da tutto il mondo in Prato della Valle, a Padova, per la manifestazione annuale “Europa in Prato”. Ecco quindi che sotto al paragrafo ‘Padova’ della mia sezione SOLO COSE BELLE ci sta quest’evento che ogni anno aspetto con grande trepidazione, e che ora voglio condividere con voi. Partendo dal principio: l’Europa in Prato è alla sua 10° edizione e attira sempre un sacco di popolo. L’offerta di cibi è davvero notevole, essendo presenti ben 167 bancarelle: andiamo dall’israeliano allo spagnolo, dall’abruzzese al ligure. Non solo Europa estera quindi: ci stanno anche molte regioni italiane con un gran corredo di accenti e specialità da provare, consumare in loco o portare a casa. Il mio amico Sarto s’è fatto sedurre dal gelo sovietico: ha portato a casa una bella bottigliozza di vodka allo zenzero che abbiamo testato tutti assieme corredata da tartine al caviale rosso (1€ lo shottino e 1€ la tartina). De-li-zio-se. E molto pittoresca anche la donna della bancarella vestita in costume tipico! Per ripetere le sue parole: спасибо! Sempre in tema di acquisti io sono rientrata con del pane in cassetta al farro e 8 canederli (Instagram vi dimostra che ne ho già consumati alcuni, lì trovate le mie foto!), tutto ovviamente tedesco ja!! L’insieme mi è costato 17€ causa peso ingannevole dei prodotti: sembravano tanto leggeri e invece… la bilancia ha dimostrato che i costi bassi all’etto avevano un perché. I manici della borsetta mi hanno segato le mani durante il tragitto verso il parcheggio. Tutto eccellente comunque, quindi stop lamentele: i canederli al formaggio erano fantastici ed il pane…. bé sto già cercando la ricetta! Tornando a noi, oltre allo stand russo ho testato un Brezel (Austria) al formaggio e mi sono pentita di non averne presi altri anche alla ciliegia, alle nocciole e alla mela (tutti 3,50€ l’uno). Mi terrò la voglia per l’anno prossimo, accidenti accidentaccio. Perlomeno mi sono risparmiata spazio in pancia, dato che poi ho provato altre cose… tutte buonissime! Partiamo dagli arrosticini abruzzesi: li aspettavo dal maggio del 2014, quando li assaggiai (sempre in Prato) per la prima volta e seppi improvvisamente che erano davvero una delizia assolutamente irrinunciabile per mesi e mesi di seguito. Come potevo aspettare un anno intero per ritrovarli? [Per la cronaca: ho anche provato un locale abruzzese, poi, ma niente da fare, quella bontà rimaneva appannaggio unico dell’Europa in Prato.] In fila dietro a padovani, vicentini e pure turisti stranieri ho atteso il mio bel pacchettino di 10 arrosticini(9€) e… cavolo, nel 2014 erano più buoni. Sempre gustosissimi e unici, ma l’anno precedente erano stati divini, un vero esempio di foodgasm. Che peccato! By the way non mi sono persa d’animo, infatti ho trovato un nuovo amore in questa edizione 2015: le bombette pugliesi. Capocollo arrotolato e ben stretto attorno a pezzettini di formaggio canestrato pugliese.. gustosissimo. Infilzato, cotto alla brace. Servito con una fetta di pane di Altamura. Con 6€ ho trovato una delizia di cui maledettamente non conoscevo l’esistenza. Ve lo confesso: me le terrò in mente ancora per molto. E chiederò alla mia amica pugliese Angela di svelarmi i segreti di queste vere e proprie bombe di gusto. Quelle che ho assaggiato io erano di Quelli della Bombetta: nel loro stand ho visto moltissimi sorrisi e gentilezza, peccato fossero stati collocati in un punto un po’ defilato della manifestazione. Complimenti ancora alla vostra specialità!! Cos’altro ho provato? Mmmm… una fritturina veneziana di pesce (12€), nella norma, e tanti assaggini vari: grana padano e aceto balsamico di Modena(quello vero eh), speculoos olandesi, aglio marinato(lo adoro), i classici mango, papaya e cocco essiccati (in cui annegherei volentieri), ecc ecc. E vogliamo parlare dell’autentico British double-decker bus? Il bus rosso direttamente da Londra è sempre meravigliosamente pittoresco. Vederlo nella piazza più grande d’Europa una volta l’anno provoca sempre un sorriso. In una manifestazione per lo più dedicata alle cucine estere secondo voi potevano mancare i rivenditori di accessori per la cucina? Ebbene, sono orgogliosa di aver comprato un graziosissimo stampo per madeleines da una gentilissima signora francese - finalmente le madeleines, eheheh! Aspettatevi novità! Insomma, la location splendida(vi invito a visitare Padova, assolutamente!), l’evento, il sole, i cibi… a me piace proprio tanto. E non vi ho scritto tutte queste cose per farvi meramente l’elenco di quel che m’ha fatto ingrassare in una giornata di buona compagnia e buonissime opportunità(in tutti i sensi), vi scrivo tutto questo perché so che questa manifestazione è itinerante. L’Europa in Prato ha la sua espressione più grande in Prato della Valle, appunto, ma nulla toglie agli spostamenti che fa. Non so se solo qui in Veneto oppure in tutta Italia.. dalle vostre parti si trovano eventi così diversificati e piazzaioli? No perché dato che ci siamo potrei farmi il tour :) Che poi non so se il mio piede ringrazierebbe, ma posso sempre trovarmi un buon risciò. Detto questo credo di aver esaurito la coscienza giornaliera. Sento il cervello andare in standby prima di perdersi totalmente nell’incoscienza del sonno. Testate, testate, testate: il buon cibo sta ovunque, ma se lo trovate in Prato a Padova ha di sicuro un gusto in più… vogliamo parlare di umami? Naaa, vado a letto, meglio così! Viva l’internazionalizzazione e viva l’Europa in prato 2015! Cinco de mayo: non ditemi che non ne avete mai sentito parlare!
Il 5 maggio 1862 i messicani sconfissero i francesi di Napoleone III nella battaglia di Puebla, regione del Messico, e la sconfitta fu talmente storica che il CINCO DE MAYO ora viene celebrato oltre che in tutto il Paese anche negli USA, a Londra, Parigi, in Nuova Zelanda e nel resto del mondo. L’occasione, insomma, è sempre buona per onorare i cari messicani (e per far festa, ovviamente). Colgo l’occasione anche io, eheh!, proponendovi una ricetta base ma basica di questa cucina straordinaria, il Riso Messicano. Servito in tutti i locali a tema è davvero un’alternativa ottima al solito risetto in bianco e in quest’occasione ci ricorda che, volendolo, si riesce sempre a ribaltare le carte di un destino già scritto (storicamente parlando). Per il Messico è stato così… e dato che a me il mexican food piace molto vi invito a provare questa ricetta super tipica, magari immaginando un gruppo di Mariachi nella vostra cucina. Lo apprezzerete, garantito! ¡Qué viva México y viva el cinco de Mayo! [Ricetta tratta da thekitchn.com ma riadattata a gusti personali.] (Foto proveniente dal mio profilo Instagram - se volete seguirmi... trovate le mie coordinate qui a destra! Alert: mi sa che sarò più attiva lì durante la settimana, per il momento... giornate tremendamente impegnative in corso!) INGREDIENTI per 6-8 persone 1 lattina di pomodori pelati da 800 gr 300 gr riso a grani lunghi (per me basmati) 1 cipolla bionda 500 ml di brodo vegetale 1 o 2 peperoncini jalapeno o serrano sale olio di semi qb 5 spicchietti d’aglio 2-3 lime PROCEDIMENTO Passate al mixer o con il frullatore ad immersione i pelati e la cipolla (prima tagliata grossolanamente). Versate in una casseruola abbastanza capiente e aggiungete il brodo, il sale. Portate ad ebollizione a fuoco basso. Nel frattempo occupatevi del riso. In una teglia da risotto capiente versate il riso e tanto olio da coprirlo appena (non esagerate, l’olio richiesto non è molto). Fate rosolare a fuoco vivace per 3-4 minuti mescolando spesso, poi aggiungete i peperoncini tagliati a tocchetti (senza semi, eliminateli!) e rosolate un altro minuto a fuoco basso. Ora aggiungete l’aglio leggermente schiacciato, rosolate 1 minutino e poi unite al riso tutto il brodo caldo col pomodoro. Cuocete a fuoco basso, mescolando, fino a che non sarà stato assorbito tutto. Spegnete, lasciate riposare 10 minuti, sgranate. Spruzzatevi il succo dei lime e servite caldo. Ottimo come accompagnamento a piatti messicani o come variante del solito riso asciutto. |
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