ANDARE CON IL GATTO IN MONTAGNA: MANUALE DI SOPRAVVIVENZA A SENTIMENTOTREKKING CON IL GATTO: LA GENESIQuando Totoro è arrivato in casa ho avuto seri momenti di difficoltà: mi stava in una mano, aveva un abbonamento settimanale dal veterinario per problemini vari e non stava tanto bene. Ci sono stati momenti in cui avrei voluto metterlo in borsa e portarlo a lavoro con me piuttosto di lasciarlo solo, e altri in cui mi sono sentita sopraffatta dalla paura di non essere all'altezza dei suoi bisogni di minuscolo cucciolo con la salute cagionevole. Poi i gatti non parlano, quindi non possono dirvi dove hanno male. Un po' come i bebè! Ora Totoro ha più di 1 anno, pesa 6 kg ed è in salute. Un vero toretto, oserei dire, ma è anche vero che è di stazza abbastanza grande ed ha pure una pelliccia notevole. Il concetto di portarlo a fare trekking con noi è partito soprattutto perché dall'idea di assumersi una responsabilità (= decidere di avere un micio in casa) non poteva scaturire l'intenzione di dimenticarsi di questa responsabilità nei momenti di evasione festiva. E così Totoro era ancora piccolo quando abbiamo comprato la sua prima pettorina ed il suo zaino con oblò e l'abbiamo portato al parco a scoprire il mondo fuori casa. Una scelta necessaria per iniziare ad abituarlo. VIAGGIARE CON IL GATTO: IL METODO GIUSTO NON ESISTEO perlomeno esistono gli accorgimenti giusti, ma ogni gatto ha il suo carattere ed è giusto rispettarlo. Ho cercato di tutto nel web per capire come approcciarmi al trekking con il gatto, al viaggiare con il gatto in generale una volta comprate pettorina e zaino, ma a quanto pare in Italia nessuna esperienza diretta di blogger è ancora stata riportata nel dettaglio più realistico (fino ad ora!). Ho trovato solo articoli generici. Ma è ora di tener conto del vero carattere dei nostri pelos! Su Instagram ho cercato di prendere fiducia seguendo i profili di Lewis e Zelda, due mici italiani super avventurosi con genitori umani che hanno scelto la nostra stessa via, quella del trekking in montagna con il gatto. Tuttavia, come dicevo prima, non c'è un metodo scientifico per portare il gatto a fare trekking in montagna o nella natura o chissà dove, perché un gatto può avere il carattere adatto a farlo come pure non averlo. Totoro è un curiosone mondiale sin da quando era un pulcino peloso: i giardini gli piacciono, non sente la necessità di arrampicarsi ma gli piace esplorare sempre in maniera sicura (ovvero con persone conosciute a portata di rifugio). Gli piacciono anche le case e i negozi, per esempio: vorrebbe sempre scendere a ficcare il naso ovunque. Non gli piace la confusione e non gli piace se nel suo spazio di esplorazione subentra qualche altra persona che lui non conosce, ma all'Alì se si trova nel suo zaino dentro al carrello della spesa con attorno le cose che stiamo comprando sta sereno, perché c'è comunque un rumore di fondo misto e si sente nascosto. Quando però per esempio siamo nel sentiero silenzioso in mezzo al bosco e incrociamo altre persone si sente sicuro solamente dentro al suo zaino e smette imrovvisamente di passeggiare con noi: non gli basta neanche restare in braccio perché abbiamo capito che si sente esposto, sebbene a contatto con persone della sua famiglia. Abbiamo provato a portarlo anche al mare in autunno: mai visto il gatto così a disagio e spaventato. Quindi per il mio gatto Totoro le regole sono le seguenti: 1- gli spazi aperti senza alberi non fanno per lui (il mare è PROIBITO) 2- lo zaino deve esserci SEMPRE, anche se passa tutto il tempo a passeggiare 3- la pettorina si usa SOLO in escursione: anche il fitting a casa è un serio problema di sopportazione 4- i tragitti in auto sono accettabili se sono di un massimo di 1.30 h a tratta, poi il pianto diventa tragedia greco-romana 5- i percorsi devono essere provvisti di ombra in estate perché la pelliccia di Totoro è fitta e soffre molto il caldo. VIAGGIARE IN AUTO CON IL GATTOOrmai il gatto è abituato a spostarsi in auto nel weekend, tanto che ormai potremmo lasciare guidare lui. Il suo porto sicuro, in auto, sono le mie gambe per il 20% del tempo quando ha bisogno di contatto e il suo zaino esteso (quindi con dependance riservata) in cui sta ben comodo (e sicuro anche per il codice della strada). E' la sua casetta preferita, nonché luogo in cui si spatascia beatamente a dormire a trekking terminato nel tragitto verso casa. Abbiamo capito che può sopportare fino a 1.30h di strada alla volta. Poi inizia il lamento eterno e finisce per innervosire tutti i presenti nell'abitacolo! Ho anche notato che rispondendo ai suoi miagolii con "dai, mancano 20 minuti!" (con componente variabile in base alla percorrenza) le lagne tendono a calmarsi. L'importante, a parer mio, è mantenere sempre un tono di voce calmo e non sgridarlo, perché non sta facendo nulla di male se non lamentarsi della sua impazienza. Cosa che abbiamo fatto anche noi quando eravamo cinquenni, tipo, e i viaggi in auto non finivano mai. COSA PORTARE PER UN TREKKING IN MONTAGNA CON IL GATTO
SCEGLIERE L'ESCURSIONE GIUSTA PER IL GATTO (E PER NOI)Per quanto bravo ed entusiasta, Totoro si stanca comunque dopo un'escursione di 1 ora e mezza o 2 ore. Più si allunga e più, verso la fine, vorrà stare nel suo zaino-carrozza e tenere il muso fuori per continuare ad annusare l'ambiente. Le escursioni trekking di 3 ore, quindi, diventano pesanti perché tenere in spalla un gatto da 6 kg + il peso dello zaino non è così agevole. Le tracce, quindi, devono essere anche abbastanza semplici e senza dislivelli importanti. Tutte queste cose le abbiamo imparate facendo esperienza e portando quintali di pazienza, innervosendoci a volte ma sempre anche amando ogni momento di avventura insieme. Per capire bene le tracce trekking che possiamo percorrere con o senza gatto uso sempre l'app Outdoor Active. IMPARARE AD ASCOLTARE I SUOI COMPORTAMENTIE' così semplice portare il gatto a fare trekking? Non all'inizio, non per noi almeno. Poi però diventa più facile perché il gatto è un animale abitudinario e le prime volte è utile tornare nello stesso luogo per rendere lo straordinario ordinario. Farlo camminare per tutta l'escursione è credo, una cosa che succede per gradi. E anche per "sentimento" del gatto. Ricordo benissimo un boschetto vicino al sentiero del Rosso Ammonitico vicino ad Asiago (sentiero chiuso, a proposito)... Totoro era nervoso e impaurito. Ha voluto restare quasi per tutto il tempo in braccio o nello zaino. Invece adora il sentiero del Monte Lemerle (Val Magnaboschi, Bosco Nero di Cesuna - a Roana VI). L'importante è "ascoltare" i suoi movimenti, comportamenti ed espressioni. E ovviamente guardare la sua coda. Quando Totoro si trova in braccio ed ha paura durante l'escursione arriccia la coda come uno scoiattolo e incastra il muso nella piega del gomito. CONCLUSIONI DA PROUD CAT MOMSaranno utili a qualcuno queste informazioni sul trekking con il gatto in montagna o ovunque si voglia? Forse. Ma in ogni caso ritenevo utile che almeno nel web italiano ci fosse una testimonianza di cosa sia possibile fare con un micio per evitargli la solitudine prolungata. Sempre se lui è d'accordo ovviamente. In ogni caso non si smette mai di imparare: ogni escursione è diversa, ogni volta impariamo qualcosa.
Da proud cat lady non posso che ritenermi fortunata. Amo i boschi e la montagna e anche il mio gatto li adora. Direi che il match è perfetto! I commenti sono chiusi.
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