In genere quando dico che sono Veneta a non-Veneti scatta senza paura il "Pasta e faxoi" (= pasta e fagioli). Niente di più vero, per carità, vado fiera delle mie radici, anche se per essere pignoli mia nonna vi direbbe che pasta e fagioli in tempo di guerra erano un lusso... pane e acqua, pane e cipolle, pane e latte. Si sopravviveva così. Ovviamente però la pasta e fagioli arrivò, più tardi, a sopperire alle mancanze di proteine, perché senza carne un corpo deve pur continuare a vivere senza trovarsi anemico e a terra da un giorno all'altro. E all'epoca i miei nonni non avevano gli integratori come i vegani oggi. Si ripiegava quindi sui fagioli. Un ortaggio povero, è vero, ma ultimamente rivalutato anche per i molti presidi slow food e le varie certificazioni che nobilitano questo umile cibo. Per me, francamente, i fagioli non sono mai stati umili. In casa mia si coltivano, si ammassano in sacchettini di 500 gr (non uno in più!) nel congelatore e si usano tutto l'anno, senza andarli a comprare. Sì, vi rispondo in anticipo: aprire ogni bacello, estrarre tutti i fagioli e scremare quelli brutti da quelli belli è una seccatura, le sere estive, ma ormai è diventata tradizione e il solo pensare ai fagioli in inverno, nella zuppa, fa dimenticare il resto. E' proprio la zuppa che si fa da me che vorrei condividere oggi. Cade a fagiolo (eheh) con la spending review che ogni famiglia deve inevitabilmente fare a fine mese, quando è ora di capire dove bisogna tagliare e dove no. Noi la nostra zuppa la facciamo una volta al mese, la accompagniamo con pane abbrustolito (vecchio di qualche giorno) e per secondo mangiamo un pezzetto di formaggio e della frutta. I fagioli riempiono tantissimo, non c'è bisogno di altro. Fosse per me la proporrei alle cene invernali con gli amici... perché il Veneto mica è solo Pasta e Faxoi: anche solo i Faxoi forniscono tutto quel che serve a un pasto vero e proprio. Vi scrivo quindi una ricetta, consapevole di non essere affatto in ritardo coi tempi: dopotutto è ancora Febbraio e l'inverno c'è ancora. Noi questa zuppa la cuciniamo fino a Maggio. Poi c'è la semina, il raccolto, e torniamo a riproporla in tavola a fine Ottobre. I tempi di cottura vi sembreranno lunghi, lo so, ma vi assicuro che fa tutto da sé. Poi lo sentirete il profumo, in casa.
Io lo riconosco da lontano. Mi basta salire le scale per sapere che in cucina c'è la zuppa di famiglia che sobbolle dolcemente in vista della cena... Ricetta tratta da Millericette, bibbia di casa mia dal 1978. INGREDIENTI 500 gr fagioli rossi sgranati olio extravergine d'oliva 1 bicchiere di salsa di pomodoro sedano mezza cipolla bionda 2 carote sale e pepe fette di pane abbrustolite grana, prezzemolo per guarnire PROCEDIMENTO Mettere i fagioli in abbondante acqua fredda in una pentola, coprire con coperchio e da quando l'acqua inizia a bollire contare 1 ora. Salare dieci minuti prima del termine. Scolarli, risciacquarli un attimo sotto acqua corrente, rimetterli nella stessa pentola ricoperti di acqua (3 dita sopra il loro livello). Portare a bollore e contare una mezzoretta. Nel frattempo, a parte, preparare un soffritto con carote tritate a dadini, cipolla idem e sedano, tutto in uguale proporzione. Farli rosolare in olio e quando sono abbastanza cotti aggiungere il pomodoro. Proseguire la cottura per altri 10 minuti per insaporire bene, salare e pepare. Aggiungere il tutto nella zuppa sul fuoco, lasciare bollire ancora 10 minuti. Versare la zuppa sopra a fette di pane abbrustolito con un filo d'olio. Guarnire con prezzemolo e grana.
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Caro uomo moderno, San Valentino s'avvicina. O quello oppure il giorno in cui devi cucinare tu, insomma. E devi cucinare per una donna. Hai già iniziato ad avvertire puzza di panico? Sa quasi di cipolla bruciata nella padella antiaderente. Ma tu devi fare bella figura, perché insomma a lei tieni e non puoi dimostrare che sai cucinare solo la bisteccozza sul barbecue. Preparare qualcosina di più 'sofisticato' può valerti le lodi culinarie con le amiche di lei. Che puntualmente sfarfallerà cuoricini al racconto della serata (generando invidie sanguinarie che neanche il Trono di Spade). E non è che la bisteccozza sia demodé, è che per una circostanza speciale la bisteccozza lasciamola un attimo da parte. Il che non significa di certo fare i Gastrofighetti. Non disperare, perché la carne la trovi anche qui. In salsa diversa. Dirai 'ma io la pasta non la so fare!' oppure penserai 'pasta? Bazzeccole', ma il punto è: ti sei mai chiesto se la tua pasta sia un mappazzo di colla? O se il sugo al pomodoro sia l'unico condimento che usi? (No aspetta, c'è anche pomodoro e tonno.) Facciamo così. Prepara le Reginette alla tua donna e sconfina sul fatto che hai usato le Reginette perché lei è la tua regina. Riceverai 1)un sorrisino ironico e un 'ma quanto sei ruffiano?!' 2)un silenzioso guizzo di orgoglio. Poi sottolinea che la pasta stavolta l'hai voluta fare per bene, curando ogni dettaglio. Non come quando non sai cosa mangiare e al posto della pizza ti impegni, facendo comunque na pasta collosa e tristina condita con l'olio. Di' che hai usato il Radicchio di Treviso IGP perché ormai la stagione sta finendo e bisogna sfruttare al massimo questo fiore della terra (sottolinea che hai usato una verdura che sembra un fiore perché ti sembrava più appropriato per lei). Di' che il Radicchio ti è rimasto impresso perché una volta hai sentito una nonna raccontare l'epopea del Radicchio [la nonna di mio moroso, per l'appunto, dolcissima persona], Radicchio che deve prendere in mano ben 9 VOLTE prima di riporlo in una cassetta ed infine affidarlo ai buongustai. Di' che il Radicchio per essere dolce deve prima subire una gran bella gelata, e se la gelata non c'è il Radicchio resta amaro. Frecciatona: la tua exexex, quella che t'ha lasciato al lato della strada con occhi da cerbiatto disperato, quella zoccolona là sì, lei è stata la tua gelata. Prima eri amaro, ora sei dolce. Tutto a beneficio della donna che hai di fronte, ovvio. Lanciala, sta frecciatona. Sai di orto sano e bio e anche di filosofia moderna. 1000 punti per te. Sottolinea che hai usato un gorgonzola senza mascarpone così non le vengono le pare sulla ciccia che s'accumula sui fianchi, e dì che la salsiccia l'hai sgrassata in padella TANTISSIMO prima di aggiungerla alla pasta. Pardon, alle Reginette. Di' che il pepe su ogni piatto ci voleva perché è il pepe quello che dà il sapore alle cose (e anche alla vostra relazione). E di' che ti è piaciuto tanto cucinare per lei. Chiedile se le piace, dille che hai voluto fare la pasta più complicata della tua vita finora per dimostrarle che anche tu apprezzi i fornelli e che lei non può sempre sfacchinare per entrambi (al che lei, dolce, dirà 'Hai ragione ma io lo faccio volentieri, mi piace cucinare per te' quindi STA CALMO non dovrai cucinare tutti i giorni...uno a settimana magari? :D). Falle capire che non serve un ristorante per ristabilire quell'atmosfera rilassata da buon cibo, e ricordale anche che i piatti li farete domattina. O li farai tu, dopo, mentre lei si prepara per la nanna. E' o non è la tua regina? Quindi, uomo moderno. Lo so che sei un romanticone. Lo so che odi a morte tutti quei cuori giganti di peluche che circolano il 14 Febbraio. Lo so che preferiresti il sushi da asporto e pace e bene. Lo so che ti senti poco Carlo Cracco e che non sai da che verso cominciare con la cipolla, ma credimi non importa. Lo so che cucinare fuori dalla tua comfort zone abituale ti innervosisce e lo so che hai l'ansia da prestazione. Ma giuro, farai bella figura. Mal che vada, fai così: tieni sempre una pizza di scorta in congelatore. Che se lei scopre che sei scivolato col sale sei salvo in ogni caso! PS. Uomini, spero non vi siate offesi. Siete l'animale più interessante da osservare, insieme ai bambini di un anno che ancora parlano una lingua simile al giappoindofrancocinese. Cucinate per le vostre donne, dai! Ne guadagnerete tanto! INGREDIENTI per 2 persone 1/2 cipolla bianca piccola 1 salsiccia 1 cespo di Radicchio di Treviso IGP medio-piccolo pepe e sale 1 cucchiaio di philadelphia 2 cucchiai di gorgonzola senza mascarpone pasta tipo Reginette: max 170 gr olio extravergine d'oliva PROCEDIMENTO In una padella antiaderente scaldare a fuoco medio un cucchiaio d'olio per qualche minuto. A parte tritare con un coltello a lama liscia la cipolla (non respirate a bocca aperta finché lo fate), gettarla in padella e lasciare che sfrigoli per qualche minuto. Aggiungete pochissimo sale: aiuterà a far uscire l'acqua dalla cipolla e s'appassirà meglio. Nel frattempo lavate e tagliate il radicchio a tocchettini grandi un'unghia. Mettete anche quello nella padella con la cipolla e mescolate ogni tanto con un cucchiaio di legno. Cuocere per 5 minuti. Regolare di sale. Poi versare tutto su un piatto a parte. Nella stessa padella (si fa economia ora per la lavastoviglie poi) non aggiungere nessun condimento e cuocere la salsiccia. Prima di gettarla sul fuoco levatele la pelle. La pasta di maiale dovrà diventare bricioline. Cuocete 15-20 minuti. Assaggiate per capire se è cotta. La pasta: caricate una pentola di acqua, mettetela sul fuoco. Coperchio (bolle prima). Quando bolle tuffateci la dose di pasta e il sale grosso (1 cucchiaio raso, scarso), cronometrate i minuti. Mescolate ogni tanto perché non s'attacchi. Scolatela quando ne mancano 2, di minuti. Prima di gettare l'acqua di cottura prelevatene 1 tazzina da caffé. Tenete la pasta un secondo sullo scolapasta (niente acqua fredda!), mentre trasferite radicchio e salsiccia scolata dal grassetto (ricordate, per la vostra donna questo e altro) nella pentola dove è stata cotta la pasta. Aggiungete la pasta, tenete il fuoco medio, aggiungete la philadelphia il gorgonzola e la tazzina d'acqua di cottura. Saltate, mescolando, per 2 minuti. Infine condite con un filo d'olio. Spolverate il pepe su ogni piatto. Oggi è il giorno dei saluti, perché con l'avvicinarsi del Natale e del Capodanno ci sono sì tante cose che cominciano, ma ce ne sono altre che finiscono. No, non sto per chiudere questo blog e manca ancora qualche giorno al momento in cui vi dirò che il Growling va in ferie Natalizie per il tempo necessario alla ripresa completa e a una momentanea pausa dal delirio-da-ricetta. Oggi semplicemente si conclude il mio stage lavorativo.
Su Instagram vi raccontavo che la mia vita è tante cose: ballerina, insegnante d'inglese, foodblogger, coccolatrice di gatti, impiegata.. Quest'ultima dicitura per ora va sospesa. Con oggi finisce un'avventura che è durata più di quanto mi aspettassi e che mi ha fatto conoscere persone buone con umanità che mi avevano detto essere chimere nell'ambiente lavorativo italiano attuale. Io ho avuto la fortuna di trovarle, e ogni persona che mi ha rivolto un sorriso o una parola carina in questo periodo da impiegata ha tranquillizzato e lenito l'ansia del non avere ancora trovato un lavoro che mi potesse dare davvero un aiuto per i miei sogni di vita futura. (Aka la certezza.) E' stato strano salutare tutti, lasciare biglietti su scrivanie di colleghi assenti, portare cupcakes (e vedere il capo mangiarli con entusiasmo, soprattutto) per ringraziare del posto di lavoro che mi è stato riservato per questo tempo, avendo un ufficio tutto mio persino, e non uno sgabuzzino delle scope come capita ad altri. Di persone buone ne ho incontrate tante qui, ogni giorno. Ho incontrato donne che vivono in una realtà aziendale prettamente maschile ma che hanno un cuore grande e lasciano splendere la loro femminilità unica. Ogni esperienza insegna sempre qualcosa.. e anche ogni persona. Da convinta osservatrice dell'umanità non posso che allontanare la visuale da pignola calcolatrice di risultati e tenere stretti i gesti delle persone. Perché in fondo sono quelli che restano, mica la percentuale di sconto fatta al cliente francese in quella telefonata quasi comica al limite della comprensione linguistica. Dopo tutto questo gran parlare da sentimentale torno al futuro, al futuro prossimo e vicinissimo, ovvero il Natale. Il lavoro può aspettare per un attimo. E l'ansia da colloquio pure. Siamo a -3. Sento i campanelli delle renne e gli HOHOHO in lontananza. Il mio Christmas Tree è carico di dolcetti in feltro e angioletti regalati da giovani donne deliziose con cui riscopro l'aria frizzantina dell'adolescenza nelle lezioni di inglese. Il mio forno spara fuori dolci nonostante gli scaffali inizino ad ospitare torroni e panettoni (ovviamente di Non Solo Pane, il panificio di Treviso centro). E mia madre è in ansia completa per il menu ed il cibo da Xmas Day. Perché a pranzo siamo in famiglia, contenuta ma sostanziosa in senso di panza... e perché la sera saremo in 20. 20, con annessi piccoli deliziosi hobbit che non vedo da tanto. Come fare a rientrare nei costi e allo stesso tempo proporre leccornie della festa? Oggi come ieri (Brunch!), as promised on Facebook, stiamo sul salato. E su un primo di stagione che a me piace proprio tanto... e che costa proprio poco. Enjoy. Christmas is for sharing. INGREDIENTI 1 cespo di radicchio rosso tardivo, tagliato a pezzettini 2 cucchiai di cipolla tritata 5 cucchiai di besciamella olio evo farfalle qb 4 gherigli di noce pepe sale ricotta affumicata da grattugiare PROCEDIMENTO Cuocere la pasta in abbondante acqua bollente salata. A metà cottura prelevare una tazzina di acqua di cottura e tenere da parte. Far saltare il radicchio con la cipolla e l'olio in una padella antiaderente, allungando con poca acqua se si asciuga prima della fine della cottura. Rendere abbastanza morbido (10 minuti circa). Scolare la pasta. Condire nella pentola a fuoco vivace con besciamella, radicchio, le noci tritate finemente, il pepe, un goccio d'olio. Allungare con poca acqua di cottura per ottenere l'effetto cremina. Servire subito. Spolverare con ricotta affumicata grattugiata. Quest'anno vorrei chiedere a Babbo Natale il regalo della meraviglia. Vorrei che tutti potessimo tenere stretta la meraviglia negli occhi e in fondo al cuore, per viverci il Natale come lo vivono i bambini: con gioia, senza ansie, senza affanni. In attesa della bellezza, e in continua ammirazione delle luci, del calore anche fuori al gelo, dei sorrisi delle persone, della generosità... Non è mai troppo tardi per ricordarsi qual è il vero valore di questa festività. L'anno scorso il mio è stato un Natale non del tutto felice, e allora quest'anno il mio pensiero va soprattutto alle persone che non possono viverlo in modo spensierato come invece fanno quei tanti fortunati inconsapevoli. Ecco allora che la prima ricetta per il mio pranzo di Natale ideale vira su un comfort food che per la prima volta ho voluto fare da zero. Qualcosa che riscalda il cuore perché fatto con cura e amore. Complice il fatto che ormai l'olio di palma ha preso anche il monopolio dei ravioli, ho pensato di impastare la sfoglia e preparare il ripieno in base ai miei gusti e in base alla stagione. Il risultato è un figurone da proporre alla famiglia: ravioli al cacao con radicchio di Treviso, ricotta, noci e zeste di arancia & ravioli alla mantovana, quindi con zucca, grana, mostarda e amaretti. Avere una macchina per tirare la pasta non è un requisito fondamentale, tant'è che io l'ho tirata a mano con mattarello e tanto olio di gomito, ma se ce l'avete non fate come la sottoscritta - pigra indecente per non dover lavare una cosa in più alla fine. I ravioli hanno un procedimento molto semplice, necessitano solo di un poco di tempo libero da dedicare a qualcosa che merita davvero. Gli ingredienti per la farcitura, poi, sono davvero molto economici: nulla di troppo costoso, ma vi assicuro che l'insieme fa il raviolo re. Passo alla ricetta, così facciamo prima. Un'ultima strizzata d'occhio: inutile stressarsi la mattina di Natale se effettivamente non si ha tempo: questi ravioli si conservano benissimo in congelatore per 1 mese, previa sbollentatura di 1 minuto in acqua bollente salata. Posti ad asciugare su uno strofinaccio, poi trasferiti su un vassoio ricoperto di carta forno(ben separati mi raccomando) e messi in freezer per 2 ore. Raggruppati in sacchetti, quando è passato quel tempo, prendono molto poco spazio e vi garantiscono un primo divino quando ne avrete voglia. Quel giorno basterà tuffarli in acqua bollente da congelati e lasciarli cuocere 5-6 minuti. Ecco il mio primo comfort food, quindi, pubblicato anche nel blog di Ilaria, dove, vi ricordo, ho un posticino tutto per me ( <3 ). La meraviglia negli occhi, ricordiamocelo sempre. INGREDIENTI per la sfoglia normale: 2 uova 100 gr farina 0 100 gr semola rimacinata di grano duro 1 cucchiaio d'olio extravergine sale un pizzico per la sfoglia al cacao: 20 gr cacao amaro 2 uova 90 gr farina 0 90 gr semola rimacinata di grano duro 1 cucchiaio d'olio extravergine sale un pizzico per il ripieno dei ravioli Mantovani: 350 gr polpa di zucca lessata a vapore 1 manciata di grana padano 8 amaretti sbriciolati finemente 1 cucchiaio di mostarda mantovana sale pepe per il ripieno dei ravioli al cacao: 1 cespo piccolo di radicchio di Treviso 100 gr ricotta 5 gherigli di noce tritate lo zeste (scorza di arancia - senza il bianco) di 1/2 arancia (non trattata) grattugiata sale pepe PROCEDIMENTO PER LA SFOGLIA Su un ripiano di legno (o un mega tagliere dell'Ikea :D) mettete a fontana le farine (ed il cacao, nel caso della sfoglia al cacao) e rompeteci le uova, aggiungendo l'olio ed il sale. Con un forchetta sbattetele, restando sempre all'interno della fontana di farine. Mano a mano incorporatene dai confini interni, fino a quando aggiungerete tutta la farina. Impastate a mano fino ad ottenere una palla liscia. A quel punto copritela con un canovaccio e fate riposare tassativamente per almeno 30 minuti. Stendete infine con un mattarello o la macchinetta per la pasta, ottenendo una sfoglia molto sottile ma non troppo. Disclaimer: la pasta al cacao sarà un attimo più difficoltosa da stendere, vi ci vorranno 5 minuti in più perché tende a seccare un attimino. LE FARCITURE ALLA MANTOVANA: frullate la zucca cotta al vapore con gli amaretti sbriciolati, la mostarda, il sale ed il pepe. Trasferite il tutto in una ciotola e amalgamatevi, con un cucchiaio, il formaggio. La dose per ogni raviolo è di 1 cucchiaino. AL RADICCHIO, NOCI, RICOTTA E ARANCIA: fate cuocere a fuoco lento in padella il radicchio, aggiungendo un goccio d'olio e un poca d'acqua se in cottura si asciuga troppo. Dovrà diventare morbido. Frullatelo, con sale e pepe. Trasferitelo in una ciotola e aggiungetevi con un cucchiaio le noci tritate finemente, la ricotta e la scorza di arancia grattugiata (non troppa altrimenti coprirà il sapore). La dose per ogni raviolo è di 1 cucchiaino. ASSEMBLAGGIO Stendete la pasta in strisce abbastanza larghe da essere ripiegate su sé stesse senza problemi. Posizionate un cucchiaio di impasto ad una distanza necessaria da consentirvi la chiusura senza difficoltà dei ravioli. Spennellate con poca acqua il contorno della farcitura (serve per sigillare al momento della chiusura) e ripiegate la pasta in eccesso su quella con i mucchietti di farcia. Fate uscire l'aria passando le dita sulle chiusure, pressando leggermente, e poi con una rotellina a merletto ritagliate i ravioli. Tuffate in acqua salata bollente e cuocete per 5-6 minuti. Bon appetit ;) |
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