Quando il mio Ingegnere mi ha conosciuta pesavo all’incirca 50 kg, molto pochi per una della mia altezza. Avevo perso del tutto l’interesse per il cibo, e in quel periodo di prima conoscenza, quando mangiavamo allo stesso tavolo della mensa universitaria, non lasciare niente nel piatto per me era uno sforzo. La tesi, la crisi con me stessa e mille altri fattori negativi mi avevano fatto diventare quella che con una manciata di piselli e una fettina di polpettone era a posto per una giornata intera. Inoltre, cosa non da poco, ero abituata ad arrangiarmi per ogni cosa; vivevo la mia vita totalmente sulle mie gambe e non ammettevo aiuti esterni, sebbene fossi zeppa di paure insensate che tenevo per me. Oggi sono completamente diversa. Se non fosse arrivato lui nel posto giusto al momento giusto probabilmente ora non sarei quella che adora mangiare, provare cibi nuovi, cucinare insieme alle persone (prima faticavo ad ammettere qualcuno in cucina quando si trattava di preparare), cucinare per le persone e godermi il qui ed ora senza stress inutili. Nonché un’altra sfilza infinita di cose meravigliose che ho scoperto grazie a lui e con lui. Questa ricetta è frutto di una serata da chef tra me e lui, appunto, cucina solo nostra, grembiuli (ebbene sì, anche lui!), relax, esperimenti, musica. Ce la siamo presa comoda, infatti la cena è iniziata alle 19 ed è finita alle 22 - quando si dice totale pace.. Il tema era il pesce: entrambi lo adoriamo(non solo nel sushi) e per l’occasione mi ero pure munita di aragosta: tutti parlano sempre di astice, ma l’aragosta? Le abbiamo pure dato un nome, tornato utile poi nell’insultarla quando, cotta, si rifiutava di lasciarci tutta la polpa buona. Quello che vedete in foto è il momento fatidico, e non vi dico che profumi. (La foto del piatto è quella autentica: fatta e poi spazzolata via!) Questo piatto è speciale insomma, un po’ per la situazione in cui è nato, un po’ per il gusto assolutamente divino dell’insieme. Semmai trovaste anche voi la vostra aragosta perfetta sappiate che questa ricetta è una tra le più buone che io abbia mai fatto. Anzi, che noi abbiamo mai fatto. (NDR: costo dell’aragosta: 6,99 Euro) INGREDIENTI per 2 persone 1 scalogno piccolo 8 pomodorini prezzemolo tritato olio sale pepe 1 cucchiaino di zucchero 140 gr tagliolini al mais 1 aragosta (la mia era surgelata) PROCEDIMENTO Cuocere l’aragosta come indicato nella confezione. Rompere il guscio del corpo centrale e le chele con l’apposito strumento oppure uno schiaccia-bagigi ed estrarre tutta la polpa. Tagliarla a pezzettini non troppo piccoli. In una padella antiaderente far soffriggere poco scalogno tritato in poco olio. Unire i pomodorini tagliati in 4 e far saltare per due minuti, aggiungere il cucchiaino di zucchero; abbassare la fiamma e coprire con un coperchio. Cuocere altri dieci minuti mescolando di tanto in tanto, salare, pepare. A questo punto aggiungere l’aragosta a pezzettini e farla saltare 2 minuti, per poi abbassare la fiamma e proseguire altri 5 minuti per far insaporire. Se il condimento si asciuga troppo unire dell’acqua di cottura dei tagliolini. Lessare i tagliolini al mais in abbondante acqua salata, scolarli e tener da parte una tazzina di acqua di cottura. Unire i tagliolini al condimento, far saltare un minutino a fiamma vivace. Regolare di sale, aggiungere il prezzemolo tritato e servire subito.
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