E' passato un bel po' di tempo dall'ultima ricetta pubblicata qui, all'incirca 20 giorni, che per il blogging sono, nell'ordine: - troppo tempo - un suicidio virtuale - una pausa deleteria - il contrario della condotta del bravo blogger - davvero troppo troppo troppo tempo - no, dico davvero, puoi anche dichiarare il tuo blog chiuso. Nella mia mente è semplicemente troppo tempo e basta, al riparo da qualsiasi considerazione di profitto in termini di visite, interazioni, e chi più ne ha più ne metta. E' troppo tempo che il mio spazietto non respira aria nuova, semplicemente. Ultimamente ne vedo delle belle nel web (quando trovo il tempo di curiosare). C'è una rincorsa a chi pubblica di più, a chi vive di più col cellulare attaccato alle mani, solo per raggiungere il famoso tetto di followers che decreta la tua ascesa all'olimpo dei social influencer. In questo periodo, come vi dicevo su Facebook, ho provato a dare la precedenza ai contatti umani: ritrovare dal vivo persone che non vedevo da tanto, concedermi molto più tempo al riparo dai social, a tu per tu con gli occhi di chi mi stava davanti. Certo, avrei voluto fare e dare di più, anche perché poi obiettivamente parlando non è che il tempo sia comunque molto, però è stato bello staccare un attimino e non pensare a ricette, foodstyling, parole, ecc ecc. Anche il concetto di cibo, per me, è cambiato in questo periodo. Ho smesso del tutto di curarmi della quantità ed ho deciso di votarmi interamente ai sapori, alla qualità, al gusto che possono avere anche solo 4 ravioli che mi porta il cameriere. Da qualche tempo soffro quando mi alzo da tavola troppo piena: un malessere da ingolfamento che non è assolutamente determinato dalla possibilità di innalzamento ciccia, quanto dalla sensazione di non essermi goduta il pasto in maniera corretta. Considerando che siamo in direzione abbuffate di Natale... vi autorizzo a dirmi che sono un genio! Quello che non è cambiato, però, è il mio punto debole per i dolci. Chissene, quindi, se anche l'ultima volta vi ho proposto un dolce... stavolta ci metto dentro la verdura! Esistono i muffin con cioccolato e zucchine o cioccolato ed avocado, ma avevate mai sentito parlare del dolce col radicchio di Verona IGP? Qualche anno fa in casa è arrivato un ricettario dedicato dal quale ho preso spunto. L'idea del radicchio crudo in un dolce mi incuriosiva, non mi restava che provarlo. Se vi state chiedendo se sia amaro: la risposta è no, anzi. Insieme al radicchio di Treviso è decisamente la varietà che prediligo nelle mie insalate invernali. Allora, siete curiosi di provare un dolce col radicchio?! Persino i colleghi di mio padre hanno apprezzato :D. Forza, su, correte all'ortofrutta! INGREDIENTI per 6 tortine o una torta bassa (diametro 22 cm) 125 gr farina 125 gr zucchero 2 uova a t.a. 125 gr radicchio di Verona IGP 50 gr burro fuso e a temperatura ambiente 2 cucchiaini di lievito per dolci vanilina un pizzico di sale 30 gr di uvetta ammollata in acqua e liquore alla Nocciola PROCEDIMENTO Usate il frullino per montare, per un minuto, uova e zucchero: il composto dovrà essere chiaro e spumoso. Aggiungete la farina setacciata con lievito e vanilina, mescolando dal basso verso l'alto con una spatola per non smontare il composto. Unire il burro fuso a filo, infine il radicchio sminuzzato finemente per qualche secondo nel mixer (mi raccomando: niente puré! Sì pezzettini!) o con un coltello valido. Unire, infine, l'uvetta strizzata e passata per un secondo con la farina. Versare su pirottini già imburrati ed infarinati, cuocere in forno a 160°C per 20 minuti. Far raffreddare, cospargere di zucchero a velo e servire.
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