Eccolo qui, finalmente, il secondo capitolo del mio primo post sullo Street Food a Padova. Come già vi dicevo, questo secondo scorcio di localini riguarda le vecchie glorie della mia adorata città, quella in cui il mio passo diventa scattante e la voglia di alzare il naso dal marciapiede diventa impellente. Non sto tanto a dilungarmi ora, lascio i sentimentalismi alla fine (preparatevi, ah!)... E a voi che non siete mai stati a Padova: davvero non vi viene voglia di farci un bel giretto? Lasciate stare le guide turistiche e fatevi guidare dalla pancia. E' lì che finisce il cibo, ed è da lì che partono tutte le emozioni! Preciso, again: nessuno mi ha pagato o ha sponsorizzato affinché io scrivessi dei post in questo senso. Non faccio pubblicità su richiesta e non vengo comprata da esercizi pubblici di alcun genere. Queste sono considerazioni personali perché fondamentalmente mangiare mi piace assai e provare locali facendo finta di essere una turista mi garba ancor di più! Disclaimer: è o non è un blog personale questo? ;) I PANINI DALLA ZITA. Io, se non vi dispiace, partirei da qui. Lo vedete il panino qui sopra? Questo è il motivo per cui Daniele, ora, paragona qualsiasi altro panino comprato altrove a questa bontà servita dalla Zita. Baccalà mantecato, arancia, acciughe e pepe. 4 Euro di panino caldo, mangiato sugli sgabelli del localino più frequentato da chi di Padova ne conosce qualcosa di più dei bar che si trovano lungo le vie principali. "Un panino caldo e un prosecchino" (o na ombra), troverete molte persone che lo chiedono. Ma cos'è la Zita? E' una specie di osteria, non saprei come definirla in realtà perché non è neanche un bar. Si servono panini con gusti classici ed anche particolarissimi; dire che si tratta di un'istituzione è poco! Sopra al loro bancone un cartello vi indica anche che la storia d'amore con Padova è lunga: "Uova Sode 0,80 cent l'una". Uova sode come si servivano una volta. La caratteristica più indimenticabile della Zita è la parete coloratissima di post it scritti con tutti i tipi di panini che servono. Ah, attenzione, ce n'è una piccola delegazione anche sulla parete di sinistra, accanto al bancone. Uno sceglie, chiede, paga, attende, consuma, ascolta le ciacole e ciacola. E se vuole sorridere legge gli antichi manifesti appesi alla parete di sinistra. Lì accanto c'è anche una foto di un alpino, piccola, e una scritta: In questo locale sono molto graditi gli alpini. La Direzione. Ps. No macachi e/o cachi. La vecchia e buona Padova trasuda da ogni poro in questo locale. E' anche possibile prenotare i panini, ma sceglierli sul posto vale ogni metro fatto a piedi per arrivarci. Panini dai 3,50 ai 5 Euro. Indirizzo: via Gorizia (laterale accanto al Pedrocchi). LA FOLPERIA DI MAX E BARBARA. Ve ne parlo spesso su Instagram, dove pubblico anche certe Stories in diretta dal mio aperitivo serale del sabato con Dani (Max ci chiama 'i putei'). Ve ne ho parlato anche in questo post, e non so proprio come dirvelo ormai, ma La Folperia per me è lo street food di Padova per eccellenza. Tantissime le proposte al banchetto che trovate in Piazza dei Frutti ogni sera (tranne la domenica) dalle 17 in poi, più o meno. [Segnatevi in agenda gli orari della folperia, mi raccomando, che tornano sempre utili per un aperitivo o uno spuntino super.] Quello che amo di loro: - il classico folpetto, che preparano già porzionato (al momento) e condito con la salsina al prezzemolo e olio; - i peperoni piccanti ripieni di gamberi e verdure (specialità dell'estate); - i gamberi in saor, gli unici che riesco a mangiare ed ad amare; - le masenete con l'aglio, perché sporcarsi le mani diventa un vero piacere. Folpetto (2 porzioni) + masenete = 12 euro. Folpetto, peperoni, polpette al pesce = 14 euro. Con ogni porzione di folpetto preso vi viene dato un sacchettino con del pane fresco a fette, un chiaro invito a non sprecare il sughetto che resta sul piatto (sacrilegioooo!). Possibilità di bivacco/svacco con l'abbinata folpo+prosecco grazie alla partnership col qui presente Bar dei Osei. Una consumazione drink vi garantisce un tavolino ed un appoggio per gustarvi il vostro aperitivo unico e super padovano... ovviamente scacciando i piccioni! Grande Max! BAR DEI OSEI. Nominato proprio qui sopra perché partner della Folperia, il Bar dei Osei forse si chiama proprio così perché sta in una posizione che i piccioni amano particolarmente, essendo fornitore ufficiale di briciole cadute dai panini. La loro specialità è il panino con la porchetta calda, tagliata al coltello, grossa. Servito con lo spritz e consumato ai loro tavoli in piazza è il perfetto emblema dello spirito Padovano. Corse su corse, lavoro, gran daffare, ma poi quando arriva l'ora del panino con lo spritz o il prosecco c'è poco da dire: in piazza bisogna stare! Scherzi a parte, la pace che si avverte in situazioni come queste fa capire quanto sono belle le giornate quando ci si ricorda che sono le piccole cose quelle che rischiarano la mente dagli impegni. O almeno questo è quello che ho sentito quando ho sostato lì con la Bionda Alice. Ah, ovviamente non offrono solo panini: vi segnalo anche i tramezzini super-grossi che fanno bella mostra di sé in vetrina. Impossibile non prenderli. Prezzi economici. Indirizzo: Piazza dei Frutti, 1. BAR NAZIONALE. Andiamo in Piazza delle Erbe and let's meet Bar Nazionale, un bar piccolissimo che ho conosciuto in anni universitari grazie a Manu, che quella volta portò noi ragazze a testare cose ancora 'sconosciute'. Al Bar Nazionale i tramezzini non sono propriamente quelli classici, perché qui la prassi è scaldarli prima di servirli. Storcete il naso? Male! Un tramezzino caldo è quanto di più inaspettato ci si può aspettare, ma quanto di più buono si possa trovare in una serata piovosa come è capitato a me ultimamente. Molto buono il tramezzo con il cavolo cappuccio. Posizione del locale praticamente sottostante alle scale del Palazzo della Ragione (1218), vicino alla galleria dei macellai che a me mette sempre tanta allegria. Prezzo a tramezzino: da 1,40 Euro. Indirizzo: Piazza delle Erbe, 41. ORSUCCI. Altro locale storico da provare (anche questo sempre trovato chiuso accidenti). La storia dice che siano aperti dal 1922, e che facciano una pizza buonissima da asporto. La pasta è più spessa delle solite pizzerie, ma la posizione è sicuramente invidiabile: a due passi dal Prato della Valle. Conosco una signora quasi ottantenne, residente proprio accanto ad Orsucci, che ancora si fa recapitare la pizza in casa. Garantisce lei che è buona... almeno fino a quando non troverò la serranda aperta! :) Può bastare finora come rassicurazione? Indirizzo: via V. Emanuele II, 18. SUMITI. Panini anche qui: a Padova proprio li amiamo. I Sumiti si possono definire un negozio di alimentari, storico al massimo anche questo, che rifornisce di cibo tutti gli studenti di ingegneria e corsi simili che hanno fretta e non hanno voglia di andare alla mensa Piovego. Ricordo che ancora quando ci stavamo conoscendo Daniele mi inviava foto del suo panino del giorno: lo prenotava ai Sumiti e poi lo andava a ritirare. Il più imprevedibile era sempre quello FANTASIA: l'addetto-ai-lavori ci ficcava dentro quel che aveva sotto mano e il risultato era sempre buonissimo. Prezzi molto economici. Per studenti e non! Indirizzo: via Belzoni, 8. PEDROCCHI. Come non menzionarlo tra i locali storici di Padova? Le vicissitudini di questo bar/sala da té sono state tantissime e tutte degne di nota: i suoi lavori di costruzione finirono nel 1831 e nella Sala Bianca è ancora visibile uno dei proiettili austriaci sparati all'epoca dei moti studenteschi (1848). Era frequentato da Stendhal, che amava il Caffè Pedrocchi (il prodotto top!), e un tempo era chiamato Caffé Senza Porte perché restava aperto 24h su 24. Oggi è frequentato da persone molto eleganti ma anche da persone molto normali: io ci trovo anche ragazzini col risvoltino alla caviglia, e amo il caffé che amava Stendhal perché la cremina alla menta mi manda in trip. Oltre a farmi uscire i baffi di crema in stile Dalì. Costo del caffè: 3,50 Euro. Ne vale la pena! Chiunque conosca Padova ha una storia diversa con lei. C'è chi ci va per lavoro ogni giorno ma la odia tantissimo perché è un luogo del dovere e per arrivarci magari fa tanti chilometri avvolto nel malumore da traffico. C'è chi ci studia e la vive in maniera diversa: lezioni di qua e di là (voi di Lettere e Filosofia forse mi capirete), ma c'è il tempo di una capatina nel localino preferito.. anche solo per una chiacchiera con la barista che si conosce di vista. C'è chi ci si reca per studiare ma non la conosce ancora: Padova sembra ancora un intrico di vie e palazzoni altissimi, quindi il percorso fatto finora è solo quello stazione-aula. E c'è chi, come me, che a Padova ha vissuto periodi di varia natura ma sempre da pendolare. In treno, in bus, in tram, in aps, in bici, in auto. Ricordo che da adolescente seguivo le mie amiche: dal vecchio piazzale Boschetti lasciavamo il bus e facevamo solo il tragitto fino alla Feltrinelli. Mi perdevo ancora prima di capirmi, quindi seguivo loro e stop. Ore a scegliere libri (eravamo in fase vampiri, a un certo punto) e poi via verso il bus di nuovo. Da universitaria che la viveva male, per i primi tempi Padova mi sembrava solo la grotta bigia con i grattacieli di cemento e i denti di vetro riflettente. Poi diciamo che le cose sono andate meglio e ho conosciuto anche il centro città, l'ho vissuto, c'ho fatto baldoria come ogni universitario che si rispetti, e sono finita ad amare profondamente questo 'piccolo' universo di storia, arte, colori, dettagli, edifici, persone. Gli altri periodi ve li risparmio, che poi finiamo a catalogarli come si fa con le varie Ere in stile Mesozoico e Paleozoico, ma per farla spiccia io Padova la amo ancora. Ci trovo sempre qualcosa di nuovo, ogni beata volta che ci metto piede. Ne sono orgogliosa anche se non abito in centro. Mi piace informarmi sulle novità della città, sulle nuove aperture, su chi chiude con dispiacere, tipo quel negozietto storico di cappelli che mi piaceva tanto. A Padova mi sono anche innamorata, ma questa è un'altra storia (Vecchia romanticona che non sono altro...). Ci vado con le persone a cui voglio bene ma anche da sola, e mi diverto a fare da guida a chi non ci è abituato. Padova mi trasmette entusiasmo e libertà. Altre città Venete, bellissime a modo loro, non hanno questa particolare aria frizzantina che vi si respira - oltre allo smog, perché vabbè fino a prova contraria non ci troviamo nei campi di tulipani olandesi. Ovviamente di Padova amo anche il cibo, oltre al resto, ma se ci fosse da dirvi un punto preciso della città in cui trovarmi felice con un sorriso segreto.. quello sarebbe il retro del Pollini, in via Cassan. Da quando sono una ragazzina mi fermo sempre a sentire la musica che gli allievi suonano ad ogni ora del giorno, conscia di ricevere un dono, perché la musica lo è sempre. Soprattutto quando arriva inaspettata. Spero di esservi stata utile con tutti questi locali menzionati e queste storie di vita raccontate. Certo, sono sicura che ognuno di voi conosce mille altri posti ancora, ma questi per ora sono quelli che ho testato e ritestato oppure che devo assolutamente testare. Se ne avete altri da suggerire scrivete nei commenti qui sotto, come vi invitavo a fare nel primo post, perché i titoli si possono cambiare, e i locali possono diventare 16, 17, 18, 19, 20.... :)
3 Comments
25/3/2016 11:47:40 pm
Ed eccomi qui a leggere con piacere il tuo secondo post sullo street food padovano.
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28/3/2016 10:37:01 pm
Ciao cara Silvia, che bello, hai letto il post :) Grazie!
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30/3/2016 12:19:43 am
Eh eh, la pizza è sempre piena di fascino, ma, sinceramente, non sono molte le pizzerie che a Padova la propongono veramente buona, nonostante molte siano considerate dei veri must. Personalmente, sul cibo sono molto selettiva e mi sono un po' stancata di provare pizzerie dove, alla fine, mi pare di mangiare un pezzo di cartone con qualcosa sopra: pare che ormai la moda sia di proporre pizze sempre più sottili (praticamente le "battute" di 15-20 anni fa), che si raffreddano subito (anche perché non c'è più nessuno che le serve su piatto caldo) e con una specie di caglio al posto della vera mozzarella, che dopo 30 secondi smette di filare, mentre la mozzarella che si usava una volta faceva infiniti fili per 10 minuti buoni, giusto il tempo di terminare la pizza ;) Your comment will be posted after it is approved.
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