Continuiamo il viaggio tra i padiglioni dell'EXPO 2015 a tema cibo sostenibile, energia per la vita e sostentamento per il pianeta. QUI trovate il post con i primi padiglioni che ho visitato (in totale sono 20), mentre in questo medesimo c'è la continuazione dell'episodio :) Le foto dei padiglioni le trovate at the bottom, come pure i consigli per schivare l'invasione Tecnogym!! Buona lettura! La Svizzera prometteva bene ma ci ha lasciati un po’ scontenti. Corridoi strettissimi e strusciare accanto a persone sudate come te non è così divertente, che ci volete fare. Il padiglione presenta delle sculture costruite con bottigliette di vetro: sfere, e una grande bottiglia. Le pareti laterali dei corridoi sono costellate di mattoncini quadrati rossi: accostandoci un occhio si scoprono al loro interno foto delle città Svizzere. Alle pareti però c’era dello sporco marroncino. Daniele, adorabile curioso, ci ha passato una nocca e poi mi ha guardata schifato perché l’unto gli era rimasto sulla pelle. (seguono risate sguaiate) Per fortuna che il cibo poi, di fuori, era buono. E che le cartoline date agggratis all’ingresso erano divertenti, vintage e ottime da riportare a casa ad un gruppo di ballerine amiche (storico il NICE TO MEAT YOU). Slovenia e Austria, bellissime. Bellissimi padiglioni, super consigliati. Nel primo il percorso è sensoriale: si viene introdotti alla scoperta del Paese (le introduzioni vocali mancano in tantissimi padiglioni) da una signorina slovena che invita a provare tutto. Tutto = camminata a piedi scalzi sul sale della Slovenia; sniffata per distinguere i vari tipi di miele prodotti e lì presenti; molleggiamenti sui divanetti a palla(questo non era consigliato ma è stato divertente); prova di discesa sugli sci grazie a magggica postazione e mascherina 3D. Una simpatica signora ci ha consigliato itinerari sloveni super low cost (wow!), ed è stato bello ritrovare le Grotte di Postumia ben presentate (visitate l’anno scorso!). Il cuore adesivo appiccicatoci all’ingresso sulla maglietta (citante “I feel Slovenia”) l’abbiamo portato orgogliosamente addosso fino alla fine della giornata. L’Austria ha come centro l’aria. Aria come elemento essenziale che nutre il pianeta. Il padiglione è un non padiglione. Si entra improvvisamente in una bellissima foresta austriaca (vera, con tanto di ciclamini!). Temperatura ottima, nebulizzatori, postazioni tecnologiche per scoprire i vari tipi di alberi. Lettere luminose a tema AIR tra il verde. Un ristorantino take away di cui vi parlo prossimamente. E lavagne su cui rispondere alla domanda “Cosa significa l’aria per te?”. La mia risposta la trovate pubblicata nel mio profilo Instagram Thegrowlingpatry, venite a sbirciare se siete curiosi. Uscire dal padiglione è stato strano. La bolla verde di aria e natura è stata molto bella e rilassante. L’Iran ha una struttura esterna interessante; per entrarci si passa attraverso una fitta coltre di profumi deliziosi derivanti dalle erbe aromatiche piantate nel percorso. Sono poi esposti i frutti del Paese: caviale Iraniano, datteri, noci, frutta. Tutto sotto vetro. Interessanti anche gli oggetti esposti. Molto belli. Dall’altra parte del Decumano, il dirimpettaio dell’Iran si chiama Ecuador. Impossibile entrarci, la coda (al sole) era pazzesca. Come pure quella per Giappone, Germania, Padiglione Italia. Tornando all’Ecuador, ci siamo fatti bastare la sua vista impressionante. Le pareti esterne tutte coloratissime, formate nientemeno da miliardi di perline infilate in lunghe cordicelle che lo ricoprono from the top fino ad altezza uomo. Pazzesco. Il colosso USA ci ha spiazzati. All’esterno dei giochi d’acqua mai visti prima: una fontana lineare a cascata che rilasciava le gocce in modo da formare forme (lettere, cerchi, strisce) nella caduta. Simpaticissimi ragazzi ammmmerrrecani che salutavano all’entrata, ma dentro… niente de che. Tanti tablet, poca, pochissima sostanza. La terrazza panoramica al piano superiore ha una bella vista sui tetti degli altri padiglioni. I food trucks retrostanti non li ho provati di persona ma le altre due coppie con cui eravamo all’EXPO hanno assicurato che 15 Euro per un Lobster Roll erano buttati al vento per via della porzione minuscola di panino che viene servita in realtà. Che peccato però! PS. Parte del menu USA è stato creato nientemeno che da Laurel! E’ tutto un gioco di colori bianco-blu il Turkey Pavilion, che non è il padiglione dei tacchini ma quello dei Turchi. La Maiolica crea forme molto belle. Un’esposizione di vasi di vetro decorati rende tutto molto etereo, e l’interno sarebbe anche stato mediamente interessante se non avessimo avuto tanta fretta e così tanta stanchezza addosso (ed erano solo le 5pm). Bella la postazione grande che fornisce caffè turco (a pagamento ovviamente). Bello il cibo che vedevo nei piatti di chi mangiava seduto lì :P Quasi giunti alla fine del Decumano si arriva al Qatar, che ha una forma davvero esotica, desertica, un palazzo che sembra trapiantato a Milano per via aerea. Sulla sommità una forma a mega cestino di vimini intrecciato, molto molto particolare. La scalinata che porta all’ingresso è inframezzata da una cascatella d’acqua, e i ventilatori con acqua fanno il loro dovere egregiamente. Al suo interno una breve spiegazione sui cibi tipici, un percorso carino. Arrivati alla fine si ha la possibilità di mettersi in fila per fare un tatuaggio all’henné sulla mano. Avrei dovuto aspettare più di 30 minuti, quindi ho girato i tacchi e me ne sono andata lamentandomi, affranta, col mio santo uomo che stava anche ad ascoltarmi. Sulla sinistra un altro padiglione very big: Russia. Suggestivo l’ingresso, sormontato da un altissimo soffitto a penisola che si sporge verso la camminata verso l’entrata: un grandissimo specchio da cui si saluta incrociando se stessi un bel po’ di metri più su (in versione formica). Ho apprezzato molto la piantina della Russia incastonata nel plexiglass e costruita con righe perfette di cereali diversi, cereali prodotti dalle terre lontane. E anche i contenitori con terreno della Madre Russia. Scurissimo, morbido. Particolare l’isola-bar che usa acqua dolce (con al centro ampolle altissime) e le postazioni da show cooking. Ovviamente deserte al nostro passaggio. Siamo usciti salutando l’orsetto-matrioska Mishka e la sua famiglia, mascotte russe dell’expo. Nell’angolo a Nord Est del Decumano, infine, l’Indonesia. Piccolo ma carino, con un grande rinoceronte come simbolo del Paese. Isole di legno ad altezza bacino, ripiene di spezie da prendere in mano ed annusare, sono il riflesso della vera mappa dell’Indonesia stampata per terra. Tanti gli articoli in vendita e bellissimi i ventagli decorati. Infine….l’Italia. Il padiglione era impraticabile per via della coda chilometrica che mai diminuisce, e che garantisce attese luuuunghissime. Splendida l’idea del pianoforte suonato da veri esperti, all’entrata prima di salire le scale (che non ho mai salito!). Di Italiano ho visto una carrellata dei ristoranti regionali di Eataly. Mi ha esasperata molto il prezzo del cibo proposto. Mi ha fatta ridere il leggere “SPECIAL LASAGNA! Pomodoro, ragu, fresh pasta, grana padano!”. Special si, ma traditional di più. Strafalcioni in inglese un po’ ovunque (non ci smentiamo mai noi, sgrunt!), e la margherita del Rossopomodoro a 7,50 Euro si poteva chiamare ladrocinio. E non ditemi che sono critica: il senso della giustizia ci vuole, in barba ai rincari perché-tanto-sono-stranieri-e-non-capiscono. Vogliamo parlare di Tecnogym? Ci sono postazioni con attrezzi ginnici OVUNQUE sul Decumano. Aiuto. Ho capito che quando si parla di cibo bisogna prestare attenzione a disturbi fisici come obesità, anoressia e altro, ma 6 postazioni sono troppe. Battono anche l'onnipresenza delle biciclette con i cornetti Algida. Un consiglio? Chiudete gli occhi quando li vedete. E pensate al cibo. L'esercizio fisico lo farete poi a casa il giorno dopo. E, anzi, lo farete proprio all'expo, perché camminerete come dannati. :) Nonostante queste mie ultime lamentele non c’è niente da dire: EXPO è una cosa mastodontica e non oso immaginare quanto sia stato complicato organizzare e mettere in moto una macchina del genere. Al di là dei padiglioni, incrociare la sicurezza ovunque e nessun tafferuglio, trovare i bagni ovunque e sempre puliti e sgombri di code d’attesa, i collegamenti ad EXPO ed i controlli agli ingressi, gli spazi verdi e la pulizia in giro… E’ stato bello vedere un’Italia che funziona e che si fa bella davanti al mondo. Che poi Farinetti e la sua Eataly abbiano ottenuto appalti con frode, che gli incassi siano inferiori al previsto, che la spesa sia stata davvero mostruosa, che ci fossero insetti commestibili o no, che le info siano vere o false… è un altro paio di maniche. Ma credetemi, quando si sta lì c’è solo la sorpresa negli occhi, tutto il resto scompare. EXPO 2015 è riuscitissimo, e sono certa che chi lo visita lo apprezzi molto. Basta solo prendere una cartina all'ingresso e andare dove porta il cuore - e la pancia. Fare un tuffo nella cultura del mondo è sempre bello. E io vi consiglio di farlo. Nel prossimo (e ultimo) post si parla di cibo ad EXPO, ma non proprio di quello esposto nei padiglioni.. quello per la panza tangibile ed acquistabile lì! Stay tuned again!! E, dato che ci sono.. buon Ferragosto ;)
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