C'è un museo, a Padova, che è un vero gioiellino di interattività. Come mi ha spiegato un volontario Touring Club, il MUSME è il primo museo interattivo sulla medicina in Europa, un esempio di tecnologia e informazione in cui è impossibile annoiarsi. Se vi aspettate di trovare teche sanguinolente e reperti macabri in ogni angolo vi sbagliate di grosso (ma per i reperti c'è una zona facoltativa a fine percorso, sì): il MUSME fa divertire, partecipare e imparare tantissimo. Un luogo speciale per grandi e piccini che non blocca lo stomaco, anzi... aumenta la fame di conoscenza. Poi però ci sta anche la fame-fame ed è per questo che in seguito vi porterò in uno dei ristorantini più amati e caratteristici di Padova: la Gourmetteria. Let's go! Ne avevo sentito parlare e la curiosità era forte: di medicina non ne so molto, se non i concetti basilari e qualche svolazzo appreso da Grey's Anatomy: non sono neanche tutta questa Miss Coraggio, perché tra l'altro i film splatter mi impressionano, eppure mi premeva visitare questo luogo di Padova che ancora non conoscevo. Un museo totalmente interattivoIn pieno centro, il MUSME si erge su tre piani, nell'edificio che nel 1400 era l'Ospedale di San Francesco, il primo ospedale di Padova. Al suo interno il Museo della Medicina di Padova è all'80% interattività e gioco di partecipazione. Cinque sono le aree tematiche: storia, anatomia, fisiologia, patologia, terapia. Al piano terra una linea temporale identifica le tappe della storia di Padova nei secoli, affiancate a quelle degli eventi nel resto del mondo. Un plastico bellissimo animato da luci e suoni rende il senso dello spazio, libri vecchissimi di medicina si possono sfogliare solo sfiorando pagine riprodotte da laser dall'effetto più che realistico. Ai piani superiori tantissime sono le postazioni quiz a completamento in base all'area teamtica d appartenenza, ed è stato un pochino avvilente capire che il mio livello di conoscenza non andava affatto vicino alla fase 'professore universitario'! Dal mio pomeriggio al MUSME ho imparato tantissimo toccando, sfogliando, ascoltando, vedendo, leggendo, sottoponendomi a test che sfidano tutti i sensi, anche quello olfattivo giusto per dirvene uno, nella zona degli studi erboristici. Interessantissimi gli strumenti esposti, tutti provenienti da secoli di uso medicale; bellissimo lo scanner digitale del corpo che evidenzia vene, ossa, organi. E poi c'è lo scheletro per i selfie (spesso oggetto di concorsi al Musme), ma ce ne sono anche di veri qua e là, sì. Si sta letteralmente viso a viso con uomini del passato che ora ci ricordano quanto perfetto sia il meccanismo del corpo umano, quale fragile equilibrio ne mantenga tutte le funzioni e quanto forte sia il motore che dà vita al tutto: il cuore. Al terzo piano, in una saletta nascosta ma ben segnalata per i deboli di stomaco, reperti umani conservati in formaldeide sotto vetro illustrano le anomalie che possono affliggere un corpo umano perfetto. Non entrateci se siete facilmente impressionabili, perché non credo vi farebbe molto piacere vedere la testa di un uomo affetto da lebbra con un occhio semi-aperto... Se invece siete avidi di conoscenza superate il giallo e nero delle segnalazioni, ne uscirete riflessivi come è successo a me, o quantomeno coscienti dell'altro volto della medicina. Ogni età si diverte, al MUSME. Grandi e piccini imparano, testano, si mettono in gioco e interagiscono con una mostra che è viva e svela i segreti antichissimi e preziosissimi della scienza che permette all'uomo di vivere e sopravvivere. A me è piaciuto veramente tantissimo e spero di tornarci presto. * |
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