A due mesi dalla prevista chiusura dell’evento che ha ben poco monopolizzato i media italiani scrivo un post che sta un po’ per conclusione di quanto detto nella GUIDA AI PADIGLIONI DELL’EXPO PARTE 1 & PARTE 2 e che bisognava obbligatoriamente completare parlando del cibo vero presente all’Expo. Vi racconto un po’ com’è andata per la mia pancia. Per le foto scorrete fino in fondo! Come ben sapete io e Daniele abbiamo fatto fuori 5 Litri e mezzo di acqua in due. Faceva molto caldo, ma le colonnine di acqua gratis ci hanno salvati. Di acqua ce n’è, non si sta lì come cammelli nel deserto. Come ben sapete (aridaje) quando uno beve un sacco d’acqua la fame gli passa. E’ per questo che, a conti fatti, in quel giorno la quantità di cibo ingerito era pari ad un pranzo e mezzo. Facciamo due conti:
Capirete, dunque, che davanti ai mega ristorantoni decantati nelle guide e nei giornali io ci sia passata (come il 98% dei visitatori) facendo ciao con la mano. Parlando di vini speciali e riserve stupefacenti, vi ricordo che non mi sono ubriacata a VINITALY, come vi avevo raccontato qui. E allora? Di che cibo di Expo posso parlare? Il punto è che non avrò mangiato molto, ma ho visto abbastanza per fornirvi le informazioni che forse, se siete qui, volete avere in merito (avendo la pazienza di leggere fino in fondo). Facciamo una breve carrellata, padiglione per padiglione, in chiave tragicomica. VIETNAM: cibo non pervenuto. COREA: depliant sul cibo molto apprezzato. Presenti in loco: chips di alghe e la varietà del sushi locale, il Gimbap. LITUANIA E MALESIA: cibo non pervenuto. THAILANDIA: gli spiedini al pollo in salsa di soia caramellata. Meravigliosi!!! A prezzo contenutissimo: 2,60 Euro per 3 spiedini. Ne avremmo mangiati una camionata, ma dovevamo proseguire, il tempo era quel che era. Volevo tanto che ci fosse una postazione sforna-pad thai, ma non c’era. Volevo comprare i tagliolini al riso per farlo a casa, ma non c’erano :’( Ho trovato una confezione pronta da 6,80 Euro con tutto l’occorrente per il pad thai. Ebbene, ora mi mangio le mani perché non l’ho comprata. Se qualcuno va lo fa per me?? CINA: grandi, grandissime aspettative sul cibo. Unico padiglione a non avere personale italiano tra il personale alla cassa del ristorantino esterno (retrostante). Alle 16.30 avevamo fame. E il mio ingegnere ha scelto il menu, ha visto la parola ‘beef’ e ha comprato. Era caldissimo, eravamo stanchissimi, e ci è arrivata questa mega zuppa bollentissima, con spaghetti e manzo inside. Tutto mooolto piccante. Alla prima bacchettata (abbiamo fatto i cinesi fino in fondo) oltre ad essermi sbrodolata ben bene ho avuto problemi di colature sospette da naso e occhi. Poi mi ci sono abituata. Ma il naso ha continuato a protestare per la piccantezza! Come ‘dolce’, una pallina a testa di una pasta fritta rotolata nel sesamo, con dentro un pezzettino di frutta non identificata. Insomma, la signorina alla cassa ci ha sparato quel che voleva perché nonostante il nostro inglese non sia propriamente da bambini ha voluto rifilarci quello che lei considerava ancora ‘available’. Il resto era esaurito. Alle 16.30? Mah! Un aneddoto da padiglione cinese: mentre guardavamo perplessi la zuppa davanti a noi si è seduta a un metro di distanza una coppia di signori di Rovigo (guarda te, veneti next to veneti anche a MI!) con cui abbiamo intrattenuto un’amabile conversazione. Lei grande viaggiatrice per lavoro era avvezza al cibo cinese VERO, poiché aveva passato un bel po’ di tempo in Cina. Avrei voluto saperne di più. Ma quando il suo tè verde si era ormai raffreddato noi avevamo finito di schizzarci di brodo rossiccio e li avevamo salutati per proseguire nel giro, dopo mezzoretta di chiacchiere interessanti e dritte sui padiglioni da visitare poco dopo. ARGENTINA: c’abbiamo provato. Lì la griglia va per tutto il giorno, e nei piatti vedi di quelle porzioni di carne da far invidia anche ai vegetariani. Però non c’era posto per noi ai tavoli, e la fila alla cassa era luuunghissima. Abbiamo salutato la carne e siamo migrati verso altri cibi. POLONIA: padiglione con showcooking all’esterno. Bello! Quel che il cuoco stava preparando non aveva molto un bell’aspetto ma sarei rimasta lì a guardarne tutti i passaggi, la curiosità era tanta. Peccato per la solita carogna (la fretta). Bella anche l’idea di vendere sacchetti di mele essiccate, ho visto molta gente assiepata intorno alla cassa. FRANCIA: macarons, brioches, baguettes. Un bel banchetto vendeva le specialità francesi, a prezzi medi. Se avessi avuto fame avrei provato i macarons, ma in quel momento la mia vera meta era la colonnina dell’acqua lì vicino. ISRAELE: l’unico ad aver avuto un’idea geniale: cestini di vimini in cui riporre i cibi comprati alla cassa ed estrarli poi nell’attaccato spazio verde. Un pic nic kosher. Molto frequentato questo punto ristoro, c’avrei provato con piacere. Ps. il cestino poi si doveva rendere. OLANDA: il cuore del padiglione(che non ho capito se esiste) sono dei food trucks che creano una specie di sagra circolare. Molto belli, splendide le proposte, street food puro. SVIZZERA: insieme alla Thailandia è il padiglione con i prezzi più abbordabili. Daniele ha scelto un hot dog con carne vallese (credo si chiamasse così) con raclette(formaggio fuso al momento da una forma) e patate lesse e cipolline. Tipico piatto svizzero. Ci sarebbero stati anche i cetriolini ma lui li odia, quindi la signorina che ci ha serviti li ha omessi. Davvero molto gentile e simpatica lei. Io ed il mio frozen yogurt siamo stati felici, lì.. è stata la mia cena praticamente. Era enorme, purtroppo ne ho dovuto avanzare altrimenti sarei stata male per davvero. Bel menu, bella location, con sdrai post-magnata e vista sui balli di gruppo organizzati dal retro della Germania. Peccato per la poca frequentazione, merita di più! AUSTRIA: la polpetta di cervo a 6 Euro costava troppo. E non l’abbiamo presa. L’abbiamo vista nei piattini altrui, e 6 Euro per una polpettina così poco rilevante ci hanno un po’ rattristati, nonostante il padiglione sia uno tra i più belli visitati. Daniele: “Patry.. cosa ci vuole per fare una polpetta?”. Uova, carne macinata, pane raffermo, latte, spezie varie… in base alla polpetta. “Spesa media per fare una polpetta a casa?” Mmmm. 30 centesimi forse? “Ok. Andiamo avanti?”. E così è andata – dopo un altro sorso generoso d’acqua fresca. SLOVENIA: cibo non pervenuto. IRAN: ristorante iraniano giù dalle scale.. molto carino. Ma deserto. Del cibo non vi so dire, era sotto teca qualcosina, nello spazio espositivo. Tipo il caviale di storione, che sembrava plastica. USA: ve ne ho parlato qui, del cibo, nella sezione dedicata. Lobster rolls, cupcakes… alcune ricette sono state create da Laurel, a cui mi rifaccio spesso per la cucina americana. I costi sono altini per le porzioni proposte, parola di Moira, Filippo, Milo ed Arianna. TURCHIA: vi riporto quel che avevo scritto nel post dedicato ai suoi padiglioni: ‘Bella la postazione grande che fornisce caffè turco (a pagamento ovviamente). Bello il cibo che vedevo nei piatti di chi mangiava seduto lì :P’ QATAR: cibo non pervenuto. RUSSIA: tanto grandi e futuristiche le postazioni di showcooking all’interno ma siamo passati quando non erano in corso. Bello il pane decorato esposto. Piccino il ristorante russo, il cui nome si rifà al settore ferroviario(ora non lo ricordo)… menu nella norma dell’expo coi prezzi, ci abbiamo dato una sbirciata. INDONESIA: minuscolo il padiglione, la piattaforma del cibo offerto sembra un po’ una mensa a buffet. I cibi erano coperti da cappe di plastica e non li ho visti bene, ma un paio di tipi di spezzatino mi sembravano golosi. EATALY: ci sono finita per curiosità, per vedere i prezzi, per capire il marketing di chi vuole accalappiare il turista rigorosamente straniero, perché un italiano in genere non mangia lì. Manco a dirlo i prezzi erano abbastanza fuori di testa per le quantità offerte. Una pasta non andava sotto ai 10 Euro, anche se aveva solo aglio, olio e peperoncino (e sono sicura che dentro non ci fosse l’aglio antico del Nilo rinvenuto nella tomba di Patmoses). Filippo aveva due buoni rinvenuti non-so-dove, per cui aveva diritto a due pizze agggratis. Le abbiamo divise per sei, ed è stato uno spuntino veloce. Se avessimo dovuto pagarle avremmo sborsato 7,50 Euro per una margherita = il costo di una pizza super farcita nella mia pizzeria da asporto di fiducia, che non è Rossopomodoro :) Conclusioni All’EXPO io ci sono andata per un motivo, il cibo. Se il tema fossero state le scimmie cappuccine o le bellezze del riciclaggio non ci sarei andata (anche se forse per la seconda opzione ci avrei riflettuto). Il punto è che il cibo all’EXPO non è così dominante come uno crede. La gente (come me) ovviamente ci va anche per mangiare cibi diversi, per testare gusti non italianizzati, per scoprire e imparare nuove ricette da replicare e farsi una cultura sui vari piatti del mondo. Tutto quello che generalmente uno imparerebbe da una vita passata a viaggiare, magari con i pasti pagati (un sogno!). Quello che un normouomo con lavoro e prole non ha. E invece EXPO si incentra più sull’agricoltura. Sui prodotti del territorio, si, ma senza tante spiegazioni a riguardo. Il cibo di EXPO mi è sembrato un gran segreto che ogni Paese presente ha voluto tenere stretto, a parte forse la Corea, l’unico dei 20 padiglioni visitati (QUI e QUI) ad avermi fornito una guida cartacea sui piatti tipici coreani e sulle tecniche di cottura. Ci sto, va bene. Il motto è “feeding the planet, energy for life” (nutrire il pianeta, energia per la vita). Ma mica mi vorrete vendere che il pianeta genera e si nutre solo di agricoltura! E l’allevamento? E l’itticoltura? Non è forse alle elementari che ci insegnano l’importanza del settore primario dell’economia di un Paese? Dov’è l’importanza dell’ecosistema intero? Quello della catena della vita, anche animale? Questo mi ha un po’ deluso, si sente vero? Non so se per ragioni di rispetto per certi Paesi (come l’India – grande assente) o certe religioni, ma le mucche, le galline, i maiali, i salmoni non ci sono. No, scusate, le mucche ci sono sì, ma sono sculture dipinte! L’unico vero azzardo per quanto riguarda l’alimentazione che ESISTE (non solo le piante ci nutrono.. ok, alcuni lo fanno per scelta e altri no) l’ha fatto lo Zimbabwe, che non ho visitato, ma che ha fatto molto parlare di sé perché ha portato in Italia per la prima volta (legale) la carne di coccodrillo e quella di zebra. E si potevano mangiare, non solo guardare (vogliamo parlare del caviale iraniano sotto teca? ;) ). Avrei voluto provarli, lo giuro. Solo che nel gran girare… bè, qualche paragrafo più su vi ho raccontato com’è andata a finire, e non me ne pento. Ma magari ci torno prima della chiusura autunnale, chi lo sa, e allora spendere i 15 Euro per i CROCOBURGERS e le ZEBRA’S STEAKS potrò anche farlo. Forse sono io che ho travisato tutto, che credevo ci fosse un più ampio spettro di comprensione di quello che veramente ci nutre oltre all'agricoltura, nonostante questa sia davvero un miracolo per la nostra Terra. L’Austria è stata la più furba, si è tirata fuori dal politically correct e ha puntato sull’aria, come nutrimento primario. Lo ammetto, avrei voluto vedere più segreti svelati, perché ci tenevo a farmi un giro nel mondo tornando a casa con tante nuove ricette e cibi testati. Non ho nulla di cui pentirmi nella mia gita ad EXPO (tranne forse che per la confezione di ingredienti per il pad thai!!). E’ stata una giornata bellissima con persone ottime, ho visto tanto, ho imparato tanto, mi sono divertita e meravigliata di tutto ciò che mi passava davanti. L’internazionalità ha sempre una bella atmosfera. EXPO è un qualcosa che consiglio davvero a tutti (a patto che non abbiate problemi di schiena per la grande camminata), nonostante i prezzi un po’ elevati. Non so proprio quando ci sarà un altro EXPO qui, credo fra millemila anni se andiamo avanti di questo passo, e sono convinta del fatto che il solo mettere piede in quest’atmosfera di festa arricchisca già molto lo spirito. Lasciamo da parte le mie lagne sulle polpette di cervo e la 'tanta' agricoltura, e quelle dei politici sugli ipotetici appalti truccati. EXPO va vissuto, va mangiato, va bevuto. Io ho fatto più la prima e l’ultima, ma questo non toglie importanza al tutto. Munitevi di mappa e andate! E poi commentate qui, oppure qui o qui per completare questo grande quadro generale sulla vita all’EXPO! In caso di ritorno o andata torna sempre utile, no? With love, Patry
2 Comments
17/9/2015 02:01:26 pm
Ciao Antonella, mille grazie per questi tuoi complimenti!
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