Non è passato molto tempo dal primo post di Alice sul cibo Berlinese, ma i suoi 3 mesi nella città tedesca sono giunti al termine ed ho avuto la gioia di riabbracciarla proprio il giorno prima di Pasqua. Poco prima di volare in Italia però la mitica Bionda mi ha inviato la seconda parte del suo reportage tutto da leggere (per poi partire e sperimentare i posti citati!), quindi è con grande onore che vi invito a 'gustare' i suoi consigli supersupersuper low cost sulla Berlino da mangiare. Poi mi direte come vi sentite alla fine dell'articolo: io sono corsa a girovagare sui siti di compagnie aeree con meta proprio lì... ;) E allora grazie ancora alla mia food reporter semi-tedesca, bentornata a casa Alice!! PS. Non intendo lasciarvi come capita spesso qui nel Web, che si legge un articolo e l'autore resta senza volto, senza riconoscimento... per me significa quasi lasciare l'autore senza voce. Meritate di conoscere Alice, quindi leggete tutto e alla fine troverete la foto del nostro incontro post-ritorno! Io sono quella sulla destra, ovviamente in movimento ed ovviamente in talking mode! Alice ha in mano il nostro cuore collettivo che si era portata in Germania... la versione materiale ce l'ha fornito il bar come piattino. Ehehe! Buon divertimento ;) _________ Come promesso, ecco un nuovo post su Berlino e il cibo, parte 2. Tema della puntata: cibo etnico low cost. Penso che un argomento del genere potrebbe diventare una tesi di laurea o meritarsi un tomo della Treccani, se volessimo provare ad elencare le tantissime possibilità per riempire la pancia senza svuotare il portafoglio. Quindi, come è logico, parlerò della mia esperienza e di quei posti che mi è capitato di provare, un po’ per caso, un po’ per scelta, un po’ per vera necessità. Ecco la storia di come mi sono imbattuta da Tônis. Un bel giorno è successo che i miei coinquilini hanno scoperto che non avevo mai mangiato cibo vietnamita. Sconvolti. “Sei seria? Oh, ma che triste, bisogna rimediare!”. La mia testa ha pensato: “Cari miei, io mica vivo a Berlino, è già una notizia sconvolgente se aprono un ristorante cinese nel mio paesino!”. Quindi, colti da spirito di iniziativa e desiderio di socievolezza, abbiamo organizzato una serata all’insegna del cibo vietnamita e Joanna e Jonas mi hanno portata in questo delizioso imbiss a 5 minuti a piedi da casa, Tônis, appunto. Delizioso non certo per l’ambiente, che è molto semplice e spartano, come d’altronde tutti gli imbiss, e che ha dalla sua parte il fatto di somigliare molto ai localini tipici vietnamiti in cui si mangia in tavolini alti e stretti circondati dai profumi della cucina che sta lì, nella stessa stanza (e questo non lo dico io, ma Joanna, la mia coinquilina, che in Vietnam c’è stata perciò ne sa qualcosa). Tempo zero e la cameriera dall’aria buffa e comica, ci porta del tè offerto dalla casa. Ottimo inizio, direi. La scelta, poi, è stata dura, vista la difficoltà nel decifrare a pieno le pietanze proposte. Così mi sono buttata su un piatto a base di latte di cocco e mango, con broccoli, peperoni e altre verdurine molto salutari, il tutto accompagnato dalla classica ciotola di riso basmati bello appiccicoso. Il latte di cocco era dolce, ma assolutamente non stomachevole, e insieme al mango cotto formava una salsa arancione cremosa, piccante e saporita che anche da sola sarebbe stata una zuppetta di successo. Le verdure assolutamente fresche e cotte in padella, perciò se amate i broccoli non potevate far altro che apprezzare (per fortuna da un anno a questa parte ho iniziato a mangiarli anche io!). Il tutto per 5,90 euro. Una sciocchezza praticamente. Due ulteriori note di merito: la temperatura, calda fumante, che d’inverno è una benedizione, e l’abbondanza del cibo (sono stata impegnata in questa relazione amorosa con il mio piatto per almeno venti minuti). Inoltre, cosa da non sottovalutare, non vengono usati glutammati, lattosio e conservanti, per ottenere una cucina veramente sana. Penso sia chiaro perché consiglio questo posto. La mia prima esperienza col cibo vietnamita mi ha lasciata estasiata e penso proprio che ci tornerò ancora prima di tornare nel Belpaese. Atmosfera calda, cibo di qualità e prezzo abbordabile, senza parlare del fatto che la cucina vietnamita è molto salutare e adatta anche ai vegetariani o vegani, come il mio coinquilino. Penso firmerò una petizione per avere un Tônis anche nel mio paese natale! D’altronde non pensate che “da Tônis” suoni molto veneto? Io ce lo vedrei bene! Facciamo ora un salto in Africa. In un angolo sperduto del quartiere Kreuzberg, nelle vicinanze di Hermann Platz, esiste un piccolo bistro che serve specialità sudanesi. Putroppo non ricordo il nome e non sono riuscita a risalire esattamente all’indirizzo, in quanto ci sono capitata anche io per caso trascinata dal mio coinquilino Philip. Ma se vi capitasse mai di essere in zona Hermann Platz e di imbattervi in un bistro sudanese non abbiate dubbi, provatelo! Si viene serviti con molta cordialità da cuochi rigorosamente sudanesi. Si tratta di cibo di strada, quindi vi siederete solo se avete fortuna, ma ne vale la pena per le salse e il mix di patate e verdure che mettono nei panini. Le porzioni non sono enormi, lo ammetto, ma il gusto è qualcosa di unico, e fingerei se vi dicessi che sapevo esattamente cosa stavo mangiando, e quali spezie rendevano il tutto così buono! Non lontano da Rosenthaler Platz si trova W-Der Imbiss. Si tratta di un ristorantino fusion, cioè che propone piatti originali proprio perché nati dalla fusione di diverse tradizioni culinarie, indiana, italiana, messicana. Il risultato di questo sodalizio è la “pizza naan”, in cui l’impasto del pane indiano cotto nel forno tandoori viene farcito con vari ingredienti, proprio come noi italiani farciamo le pizze. Se vi accontentate di non scegliere la versione con il salmone, riuscirete anche in questo caso a saziarvi con sei euro, tra l’altro facendo il pieno di verdure, visto che si tratta di un ristorante vegetariano. L’influenza messicana, invece, sta nella scelta di tortillas, farcite con ingredienti e spezie della cucina indiana, come nel caso dello swami burger. Riso, verdure al curry, pakora e chutney oltre ad abbondante insalata, farciscono la tortilla (foto in alto!). Vi state chiedendo che cosa sono pakora e chutney? Ho dovuto informarmi anche io, e Wikipedia mi ha spiegato che: la pakora è sostanzialmente un mix di verdure fritte in una pastella a base di ceci, mentre il chutney è un condimento orientale solitamente a base di spezie e verdure dal sapore agrodolce. I palati delicati potrebbero forse avere problemi con questa salsina, vista la sua particolare dolcezza all’interno di un piatto salato, ma basta farci un attimo l’abitudine e non vi sembrerà più così strana! Raccomando di andarci con fame, le porzioni sono enormi! In conclusione di questa rassegna culinaria auguro a chiunque stia leggendo di avere la possibilità di venire a Berlino per viverla sulla propria pelle, scoprirla con i propri occhi e degustarla con le propria bocca! E’ una città che non si finirebbe mai di scoprire, in continuo mutamento e decisamente vivace! Di solito non si fa, ma dato che siamo italiani e stiamo parlando di cucina, voglio lasciarvi con un ultimo consiglio. Se doveste venirvi quella nostalgia canaglia da cibo e sapori italiani, sappiate che ci sono pizzerie e ristoranti italiani davvero validi. Quindi, oso abbattere quel pregiudizio secondo cui la pizza all’estero fa sempre schifo e non bisogna assolutamente mai mangiare italiano! Da “Masaniello”, zona Kreuzberg, la pizza è anche migliore di quella che si mangia in certi posti italiani! Fatta da autentiche mani siciliane, e la qualità non mente! E il ristorante “Al Contadino sotto le Stelle” usa prodotti prelibatissimi direttamente dalla Basilicata. Certo, il portafoglio spesso non permette di frequentare questi posti, ma fidatevi che in questi due posti tornerete a sentirvi a casa! Un saluto grande, ci si vede in Italia! Alice
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