Quest'anno il Natale è un pochino strano. Cade di domenica, il che significa che per chi ha un lavoro e non è in ferie l'ultima settimana di Dicembre (una a caso come al solito) le feste passeranno un po' più in fretta del solito, un po' col piede già al martedì di rientro. Lo ammetto: oggi ho acquistato l'ultimo regalo e potete pure dirmi che sono proprio una ritardataria, me lo merito! Il punto è che me ne manca uno. E spero che i nove che ho 'fabbricato' stasera reggano. Giusto perché le idee più strampalate devo sempre averle all'ultimo, pregando che al primo colpo esca tutto perfetto. E voi siete belli tranquilli? Se sì, sappiate che darei un braccio per stare come voi. Sabato mattina mi aspetta il tour de force della cucina. Quest'anno cucino io, dal principio alla fine per il pranzo di Natale. Mi occuperò del primo per il consueto pranzo della Vigilia con le mie amiche di danza. La sera di Natale però ci pensa la paella fatta da altri, io mi siedo!! Dato che questa settimana non sono riuscita a fornirvi nuove alternative per i vostri, di pranzi, prima vi elenco il mio e poi vi indico tutte le ricette che includerei in lista, se non avessi già pianificato altro!
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Tenere un blog è un po' come tenere un diario, l'ho sempre detto. Esattamente un anno fa vi raccontavo una storia triste che mi ha segnata nel profondo e che in questo periodo torna forte e chiara perché coincide con i giorni in cui tutto cominciò e ci cambiò. Domenica, anche per quest'anno, si terrà lo spettacolo che fa male dentro ma che porta tanta forza nel cuore di chi ha perso Marian, una compagna di danza che prima di tutto, per me, era un'amica. Come forse avrete visto su Instagram casa mia sta iniziando ad assumere le sembianze della casa di una ballerina full time. Calze, fiori, brillantini, vestiti, scarpette ovunque. Ago e filo. Forcine per capelli non ne parliamo. Insomma, domenica si ritorna sul palco dopo un bel po' di tempo, o perlomeno da Gennaio (mese dell'ultimo appuntamento della tournée de La Traviata). C'è strizza, c'è agitazione, c'è un teatro SOLD OUT dal secondo giorno di apertura delle prenotazioni. E ci sono queste giornate che vanno avanti, tutte piene ovviamente, ma inclinate in un senso di salita della rampa di lancio di domenica. Manca meno di un mese al Natale e l'ultimo Sale & Pepe che mi ha portato il postino si è premurato di ricordarmelo. Ci ha messo lo zampino pure il Black Friday, con la sua tonnellata di sconti invitanti sul materiale da cucina (perché inevitabilmente oltre ai vestiti poi finisco sempre a fare ricerche a random a tema food), ma la precedenza va ai regali per i miei cari (e sono molto indietro anche con quelli). In tutto questo mio scoprire che sarà Natale moooolto presto almeno posso consolarmi di una cosa: il menu per Natale ce l'ho già nella zucca. E ve lo svelerò pian pianino, un po' qui e un po' su Instagram. Già l'anno scorso vi avevo parlato del mio amore per i ravioli, e proprio su IG in settimana ho pubblicato la foto di ben due piatti di ravioli presi in ristoranti diversi. Inutile, li amo proprio. Sapere di scoprire lo scrigno di farcia sotto ad una sfoglia di pasta fatta in casa mi delizia non poco. Ed è per questo che in casa mia i ravioli non mancano mai, meglio se fatti dalla sottoscritta e conservati in stock in congelatore, pronti all'uso. Quest'anno la nonna papera della mia nonna Adelaide, mancata un anno fa, mi ha fatto evitare l'uso del mattarello ed il risultato che vedete è questo. Ravioli dalla sfoglia molto sottile (voluta), di varie forme anche, perché i raviolotti caserecci se son perfetti al millimetro fanno troppo da ristorante figo, ed un ripieno autunno/inverno che fa subito tavola della festa, anche se magari è martedì e la settimana che abbiamo davanti è ancora lunga. Fare i ravioli non è così complesso come sembra. Io ci ho messo tre orette, ma perché ne ho fatti una tonnellata ed ero da sola, ma se avete un aiutante, tipo vostro figlio, vostro marito o il fidanzato volenteroso, in massimo un'oretta e mezza i ravioli sono pronti da stoccare in freezer per il mese in corso. Ed è qui che subentra la furbata del Natale, ovvero cose buone ma preparate con anticipo. Senza affanni. Una di queste domeniche piovose, poi, è perfetta per cimentarsi nella preparazione di questi cofanetti di bontà. A lavoro ieri un'anziana signora di 85 anni mi ha detto "Ma che mani lunghe che hai, da pianista!". Per il periodo che sta arrivando però avrei potuto benissimo correggerla: mani da sfoglina, perché i ravioli non mancheranno di certo nel mio 25 Dicembre - ed ho intenzione di preparare anche altre versioni oltre a questa! Buon raviolamento a tutti! INGREDIENTI per la sfoglia: 2 uova 100 gr farina 0 100 gr semola rimacinata di grano duro 1 cucchiaio d'olio extravergine sale un pizzico per il ripieno dei ravioli: 300 gr polpa di zucca lessata a vapore o cotta in padella con poco olio e poi schiacciata con una forchetta 1 manciata di formaggio stravecchio grattato 200 gr di funghi pioppini cotti (i miei arrivavano da una sapiente raccolta casereccia) sale pepe noce moscata PROCEDIMENTO Su un ripiano di legno mettete a fontana le farine e rompeteci le uova, aggiungendo l'olio ed il sale. Con una forchetta sbattetele, restando sempre all'interno della fontana di farine. Mano a mano incorporatene dai confini interni, fino a quando aggiungerete tutta la farina. Impastate a mano fino ad ottenere una palla liscia. A quel punto copritela con un canovaccio e fate riposare tassativamente per almeno 30 minuti. Stendete infine con un mattarello una pasta che sia dello spessore desiderato, ricordando che vi andrà sovrapposto un altro strato per chiudere il raviolo. Fate delle prove se non siete sicuri! Mescolate, con un frullatore ad immersione, tutti gli ingredienti per la farcia dei ravioli e disponetela a mucchietti (vedi foto sotto) sulla sfoglia. Spennellate con poca acqua il contorno della farcitura (serve per sigillare al momento della chiusura) e ripiegate la pasta in eccesso su quella con i mucchietti di farcia. Fate uscire l'aria passando le dita sulle chiusure, pressando leggermente, e poi con una rotellina a merletto ritagliate i ravioli. Tuffate in acqua salata bollente e cuocete per 5-6 minuti. Oppure disponeteli su un vassoio ricoperto di carta forno, ben distanziati. Metteteli in congelatore per un'ora (almeno) e poi potrete riporli in sacchettini. Non si attaccheranno! Al momento della cottura dovrete tuffarli in acqua bollente e contare più o meno 3/4 minuti. I miei ravioli li ho conditi con burro profumato alla salvia e granella di nocciole tostate. Da me i fagiolini si chiamano tegoline. Ricordo che da piccola proprio non capivo perché avevano loro dato quel nome, in italiano: piccoli fagioli? Le tegoline non lo erano affatto! Probabilmente la linguista che è in me già si faceva domande sulle parole in tenera età... e ad esser sincera mi ricordo ancora di quella volta in cui chiesi a mia madre del perché delle due 'o' nella parola 'shampoo'. Non ne bastava una? Tanto si capiva lo stesso. La sua risposta fu: è perché devi pronunciarlo lungo, shampoooooo. Le ferie si stanno avvicinando a grandi passi ed anche la pausa estiva del blog: ritornerò a pubblicare verso i primi di Settembre, nel famigerato periodo in cui tutto inizia, quando si riprende con gli impegni. Paradossalmente questo periodo non è Gennaio, che stranezza eh?! By the way, sarei curiosa di sapere dove passerete voi le vacanze. In mezzo alle mucche, in montagna? In mezzo ai pantaloncini ORRIBILI (cortissimi in stile mutande) che girano in città? In mezzo ai gonfiabili ed agli asciugamani da spiaggia? I miei piani prevedono una fuga tra montagna e lago, ma eviterò le mucche perché mi fanno davvero paura. Quegli occhi bovini, sapete... vecchia storia. Lagne a parte, ho tanti sogni nel cassetto, città da visitare, luoghi da vedere, emozioni da provare. Speriamo di farcela ad acchiapparli tutti: mal che vada avrò ancora mete da toccare quando sarà finita l'estate, il che significa piani per respirare nel rientro a Settembre.
In questo periodo di pausa il Growling non resterà silente. La pagina Facebook sarà attiva ogni tanto, perché credo abbiate compreso che se non ho nulla di decente da pubblicare preferisco tacere. La pagina Instagram (@thegrowlingpatry), che di solito viene aggiornata una volta al giorno (eh, le foto parlano molto più delle lettere stampate, a volte) subirà un lieve calo di attività ma non andrà del tutto in ferie. Sapete, quel che vorrei davvero, per queste vacanze, è un po' di spirito detox dalla tecnologia. Quindi può darsi che mi troverete qui, poi lì, poi là... torniamo sempre al principio d'evanescenza dello Stregatto, mio adorato Stregatto. Così! Insomma io vi auguro buone ferie! Se avete bisogno di ricette sapete dove cliccare, se avete bisogno di mandarmi un messaggio con una vostra foto insieme ad una mucca usate FB o IG, che tanto se la mucca è in foto non scappo sopra ad una balla di fieno. [Seriamente, scrivetemi! Finalmente vedrei il volto di chi mi legge!] :) Ahah! Detto questo, vi lascio la ricetta di queste lasagne ai fagiolini, patate e pesto scovate su un vecchio Sale&Pepe. Zero besciamella, verdura estiva...e pesto alla genovese. Facili, veloci, gustosissime. True love! Ciao a tutti! See ya in September! INGREDIENTI 200 gr formaggio stracchino o crescenza 150 gr pesto alla genovese lasagne fresche o secche 3 patate medie 200 gr fagiolini PROCEDIMENTO Partiamo dalle patate. Pelatele, lavatele, tagliatele a fette sottili. Fatele sbollentare in acqua salata per cinque minuti, scolate e lasciate da parte. Mondate i fagiolini e lessateli nella stessa acqua delle patate, per due minuti soltanto. Tenete da parte due mestoli d'acqua. Frullate insieme lo stracchino, il pesto e l'acqua. Aggiungetela piano per avere sempre sotto controllo la consistenza, che dovrà essere cremosa. Sporcate una teglia da lasagne con poca salsa, stendete uno strato di lasagne (io non le sbollento mai). Stendete altra salsa, le patate a fettine sottili, i fagiolini. Lasagne... e così via fino ad arrivare ad esaurire gli ingredienti. Infornate 25 minuti a 180°C. Servite con basilico fresco! |
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