Se c’è una cosa che ho adorato quando l’età della ragione è arrivata (insieme alle cene in pizzeria con le amiche) quella allora è il CLUB SANDWICH. Compatto, zeppo di ingredienti buoni, da pucciare nella salsa rosa… è stato una scoperta adolescenziale che ancora oggi, ogni volta, mi manda in visibilio.
E’ da un po’ tuttavia che ho una variante adorata, complice il fatto che il pane da toast per farli in casa non è assolutamente all’altezza del risultato proposto in pizzeria, e che l'ultima volta che l'ho tostato in forno sono rimasta cieca per due minuti buoni(non scherzo: alcol evaporato dal pane tostato in forno = mi è finito negli occhi e bruciava come non ci fosse un domani. Bandito anche lui dalla mia cucina. Tiè). Quindi… ho scovato un’alternativa che ha a che fare con un’altra ricetta magggica… i waffles! Al rosmarino e formaggio, incredibilmente croccanti e saporiti, danno un twist al mio caro club. Una valida, validissima alternativa al solito club sandwich! Ecco quindi che vi lascio la mia ricetta nata di sana pianta che è tutta cuori e cuoricini in fondo, dato che il mio uomo, tornato dalla partita di basket serale, se l’è pappato in 2 minuti esatti. Cuoricini suoi per il club, cuoricini miei per lui e per il club, cuoricini ovunque per i club sandwich fatti coi waffles al formaggio and rosemary. PS. Requisito fondamentale: avere la piastra per i waffles. Io l'ho comprata su Amazon per 30 euro e mi trovo benissimo: funzionale, pratica, mi risolve anche il dilemma del cosa-porto-a-lavoro quando capita. INGREDIENTI [per 4 waffles rettangolari(3 di loro compongono 1 club sandwich che vale per 2 persone)] · 125 gr farina 0 · 1 uovo · 1 rametto di rosmarino(che poi userete come spiedino) · 1/3 di bustina di lievito per torte salate · 20 gr burro fuso · Pepe · Sale · 10 gr zucchero · 250 ml latte · Una manciata di formaggio Gruyère AOP grattugiato Per la farcitura · 1 etto prosciutto cotto alle erbe · Gruyère AOP · 1 pomodoro non troppo maturo · qualche foglia di insalata · Frittata alla salsa di soia(per il procedimento andate alla nota: ***) PROCEDIMENTO 1. Preparate la pastella per i waffles. In una ciotola di vetro fate sciogliere in due cucchiai di latte tiepido il lievito di birra in bustina(liofilizzato); mescolate con una frusta manuale(niente mixer o frullino!) fino a che sarà ben sciolto. Aggiungete l’uovo, lo zucchero, poi il burro fuso. Sempre continuando a mescolare regolate di sale e pepe. Amalgamatevi anche la farina; da ultimo il latte – poco per volta. Infine, tritate finemente con un coltello gli aghetti del rosmarino e grattugiate il formaggio(a vostro gusto): aggiungete tutto alla pastella e lasciate riposare 30 minuti. 2. Preparate la farcia del vostro waffle: tagliate a fettine sottili il Gruyère, il pomodoro, preparate l’insalata e infine la frittata alla soia. 3. *** Frittata alla salsa di soia: ingredienti = 2 uova, un cucchiaio di salsa di soia, un filo d’olio. Scaldate un padellino andiaderente con un filo d’olio e quando sarà ben caldo versateci le due uova sbattute con una forchetta assieme alla salsa di soia. Cucinate girando una volta per lato. 4. Quando saranno passati i 30 minuti di riposo portate a temperatura la vostra piastra per waffles(meglio se il risultato è rettangolare). Cucinateli in base alla modalità consigliata dal vostro modello. Sarà normale che bruniscano un po’ di più del solito per via del formaggio contenuto nella pastella. 5. Componete il vostro mega club sandwich! Partite mettendo sul piano di lavoro un waffle, poi metteteci sopra il prosciutto e qualche fettina di formaggio. Altro waffle sopra a questa farcia, sormontato da frittata, pomodori e insalata. Chiudete con un altro waffle. Facendo attenzione tagliate tutti gli eccessi che strabordano dalla vostra torretta, poi sempre con lo stesso coltello(molto affilato is better!) tagliate in diagonale il vostro club sandwich, che avrà la tipica forma a triangolo. Sovrapponete i due club nello stesso verso, aggiungendo del formaggio a fettine tra i due blocchetti; infilzateli con lo stesso bastoncino del rosmarino(lievemente grattato con un coltello e non privato del ciuffetto all’estremità). 6. Infornate a 150°C per 5-10 minuti. Il formaggio si scioglierà e tutto diventerà ancora più divino.
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Quando il mio Ingegnere mi ha conosciuta pesavo all’incirca 50 kg, molto pochi per una della mia altezza. Avevo perso del tutto l’interesse per il cibo, e in quel periodo di prima conoscenza, quando mangiavamo allo stesso tavolo della mensa universitaria, non lasciare niente nel piatto per me era uno sforzo. La tesi, la crisi con me stessa e mille altri fattori negativi mi avevano fatto diventare quella che con una manciata di piselli e una fettina di polpettone era a posto per una giornata intera. Inoltre, cosa non da poco, ero abituata ad arrangiarmi per ogni cosa; vivevo la mia vita totalmente sulle mie gambe e non ammettevo aiuti esterni, sebbene fossi zeppa di paure insensate che tenevo per me. Oggi sono completamente diversa. Se non fosse arrivato lui nel posto giusto al momento giusto probabilmente ora non sarei quella che adora mangiare, provare cibi nuovi, cucinare insieme alle persone (prima faticavo ad ammettere qualcuno in cucina quando si trattava di preparare), cucinare per le persone e godermi il qui ed ora senza stress inutili. Nonché un’altra sfilza infinita di cose meravigliose che ho scoperto grazie a lui e con lui. Questa ricetta è frutto di una serata da chef tra me e lui, appunto, cucina solo nostra, grembiuli (ebbene sì, anche lui!), relax, esperimenti, musica. Ce la siamo presa comoda, infatti la cena è iniziata alle 19 ed è finita alle 22 - quando si dice totale pace.. Il tema era il pesce: entrambi lo adoriamo(non solo nel sushi) e per l’occasione mi ero pure munita di aragosta: tutti parlano sempre di astice, ma l’aragosta? Le abbiamo pure dato un nome, tornato utile poi nell’insultarla quando, cotta, si rifiutava di lasciarci tutta la polpa buona. Quello che vedete in foto è il momento fatidico, e non vi dico che profumi. (La foto del piatto è quella autentica: fatta e poi spazzolata via!) Questo piatto è speciale insomma, un po’ per la situazione in cui è nato, un po’ per il gusto assolutamente divino dell’insieme. Semmai trovaste anche voi la vostra aragosta perfetta sappiate che questa ricetta è una tra le più buone che io abbia mai fatto. Anzi, che noi abbiamo mai fatto. (NDR: costo dell’aragosta: 6,99 Euro) INGREDIENTI per 2 persone 1 scalogno piccolo 8 pomodorini prezzemolo tritato olio sale pepe 1 cucchiaino di zucchero 140 gr tagliolini al mais 1 aragosta (la mia era surgelata) PROCEDIMENTO Cuocere l’aragosta come indicato nella confezione. Rompere il guscio del corpo centrale e le chele con l’apposito strumento oppure uno schiaccia-bagigi ed estrarre tutta la polpa. Tagliarla a pezzettini non troppo piccoli. In una padella antiaderente far soffriggere poco scalogno tritato in poco olio. Unire i pomodorini tagliati in 4 e far saltare per due minuti, aggiungere il cucchiaino di zucchero; abbassare la fiamma e coprire con un coperchio. Cuocere altri dieci minuti mescolando di tanto in tanto, salare, pepare. A questo punto aggiungere l’aragosta a pezzettini e farla saltare 2 minuti, per poi abbassare la fiamma e proseguire altri 5 minuti per far insaporire. Se il condimento si asciuga troppo unire dell’acqua di cottura dei tagliolini. Lessare i tagliolini al mais in abbondante acqua salata, scolarli e tener da parte una tazzina di acqua di cottura. Unire i tagliolini al condimento, far saltare un minutino a fiamma vivace. Regolare di sale, aggiungere il prezzemolo tritato e servire subito. Lo scorso compleanno è giunto a casa mia un regalo direttamente da Malta.
Certo, un regalo passato di mano in mano da Malta a Padova questo no, non mi era mai successo. Il fautore di questa genialata è il mio amico Michele, turista e studente a Malta nell’estate 2014, ospitato da un signora che mi ha sempre descritto come formidabile e gentilissima. Bè, che abbia imparato l’inglese fino in fondo questo non lo so dire per certo, avendo visto tuuuuutte le sue foto a zonzo, al mare, in gita, all’acquario, tra belle ragazze… Eheh! Non c’è dubbio però che lì si sia sentito a casa. Ma tornando a noi, il regalo: un bel libro dedicato alla cucina Maltese. Alzi la mano chi ne sapeva qualcosa prima! Io no di certo, e me ne vergogno. Vengo quindi a conoscere piatti e tradizioni, capendo che Malta è un coloratissimo pout-pourri di culture: araba, siciliana, greca.. E Michele se ne torna a casa con una dritta: “Devi provare la PRINJULATA. E’ una bomba!” Eccovi quindi la mia Prinjulata, o Prinjolata che sia. Se conosceste Michele sapreste che per lui i dolci per essere dolci devono essere proprio dolci (il mitico tiramisù di sua madre è diventato una leggenda): dieta zuccheri e sensi di colpa devono starsene alla larga! Detto questo, la Prinjolata è un dolce molto dolce. A Malta viene fatto durante il Carnevale, e io ho aspettato fino ad ora per essere giusta con le tradizioni e portarle qui in Italia. Ho chiesto anche alla gentile signora che ha ospitato il mio amico (tramite lui ovviamente) di chiarirmi un po’ di cosine per la preparazione, e velocissima ha risolto tutti i miei dubbi. Per questa ricetta quindi devo dire due grandi GRAZIE: uno a Michele, che mi ha fatto dono di un libro introvabile in queste zone padane e che pensa a me anche abroad, e uno alla signora Maltese che mi ha illuminata e in un certo senso guidata senza neanche conoscermi. La gentilezza a volte è proprio sorprendente. So… se nel vostro repertorio non ci sono ricette Maltesi e avete voglia di sole, mare e profumi diversi.. provate la Prinjolata! INGREDIENTI 1 pan di spagna (io ne ho preparato uno, vedi *) 1 bianco d’uovo (da uovo grande) 125 gr zucchero 2 cucchiai d’acqua due manciate di pinoli vanilina 110 gr burro 200 gr zucchero a velo Decorazione: amarene candite, pinoli, cioccolato fuso a bagnomaria PROCEDIMENTO come me l’ha scritto la signora maltese: First beat the butter and the sugar together very well, then in another bowl put the egg white, the sugar and the tablespoons of water. Mix everything together and put it on a bowl with boiling water and gira bene bene until it becomes thick, attenta che non entri l’acqua dentro; remove the bowl from e farla raffreddare. Poi mix the buttercream together and the pine nuts e buon apetite. PROCEDIMENTO come l'ho capito io :) Per prima cosa sbattere con un frullino il burro e lo zucchero molto bene. In un’altra ciotola usare il frullino per sbattere il bianco d’uovo, lo zucchero e l’acqua. Spostare la ciotola su un pentolino con acqua in ebollizione. Continuare a sbattere fino a che il composto non diventa sodo e si formano delle punte estraendo le fruste spente dalla ciotola. Far raffreddare il composto. A questo punto unirvi la crema di burro. Tenere da parte due cucchiaiate di questa crema. Unire i pinoli. Sbriciolare il pan di spagna (la quantità necessaria perché il composto risulti asciutto e modellabile) e unirlo al resto, mescolare bene. Rivestire una ciotola da zuppa con della pellicola trasparente per alimenti e pian piano versarvi il composto, pressando con una spatola per eliminare eventuali vuoti d’aria. Arrivare fino al limite, pressare ancora e con un movimento veloce capovolgere la ciotola. Rimuovere la carta. Otterrete così la vostra cupoletta. Spalmatela ora con le due cucchiaiate di glassa tenuta da parte e decorate a piacere. * In una ciotola ampia di vetro, posta su un pentolino con acqua in ebollizione (!!! la ciotola non deve toccare l’acqua !!!) sbattere ad alta velocità con un frullino 4 uova, 190 gr di zucchero e 1 bustina di vanilina. Quando il composto sarà spumosissimo e chiaro (dopo 5 minuti circa) togliere dal pentolino e aggiungervi 170 gr di farina setacciandola mano a mano. Incorporare con una spatola dal basso verso l’alto senza smontare il composto. Versare il tutto in una tortiera abbastanza alta foderata di carta forno. Infornare a 180° C per 30-35 minuti circa. Se c’è una cosa che qui a casa non manca mai sono le fette biscottate. Ottime per la colazione e anche per i momenti di fame cieca, trovarle al supermercato è più facile che starnutire ma DING DING DING, suona il campanello dell’olio di palma. Onnipresente, onnipotente, onnischifezza. Ogni confezione, ogni biscotto, ogni cosa.
Etimologia dell’olio di palma: costa poco, facile da ottenere in quantità esorbitanti, ottima resa nella sezione dolci, garanzia per le grandi industrie. Per i consumatori dicono: “non è ancora certa la percentuale di negatività che può avere sull’organismo umano”, ma guarda caso in molti giornali salutistici di 5 o 6 anni fa la cosa era prevista, e i lettori erano stati redarguiti con un bel “non è niente di sano, va evitato”. Moreover, parliamo di foreste distrutte per le nuove piantagioni? Business? Mah, sta parola così nuova e innocente… Passiamo a noi: fette biscottate: fatevele in casa. Suono tipo come uno slogan anni 50, ma probabilmente l’etichetta DIY che spopola su internet calza meglio. Do It Yourself! Ve lo dico già: la preparazione non è quella di una torta normale, qui ci sono tempi di attesa da rispettare. Altrimenti, forse, tutto il gusto che hanno manco si sognerebbe d’esistere. Avendo ora un 8-hours-job(come la maggior parte dei comuni mortali) mi ritrovo ad avere tempi ridotti per la cucina, quindi queste FETTE BISCOTTATE INTEGRALI HOMEMADE ho cominciato a farle il giovedì sera, le ho infornate il venerdì mattina, le ho fatte riposare fino al sabato mattina e poi alle 10 dello stesso giorno erano pronte. (anf!) Voi potete benissimo accorciare la fase giovedì sera-venerdì mattina, mentre la seguente è d’obbligo di 24 ore. Ma non spaventatevi vi prego, perché it’s worthy. Quel che ne uscirà vi farà essere così orgogliosi che le rifarete ancora e ancora, e magari le regalerete a familiari e amici in una bella scatolina ermetica. La mia amica Martina è la riprova che regalarle è bello. Le mie fette biscottate erano un po’ grandine, avendo usato uno stampo da plumcake normale(30x12 e 8cm d’altezza), ma sono perfette così: ne mangi una e sei a posto. Farle è economico, semplice, chiaro. E come tutte le cose genuine, la bontà ha i suoi tempi di lievitazione. PS. Domanda che mi hanno fatto in tanti (nel vecchio blog, di persona..): perché così poca farina integrale? Perché la farina integrale nelle preparazioni lievitate è sempre di peso ridotto rispetto alle altre farine previste. La sua composizione ne vieta l’abuso: pena un impasto sbricioloso e impossibile da lavorare. Ricetta riadattata da Ho Voglia di Dolce INGREDIENTI 390 gr di farina 0 (o 420 gr, dipende dalla farina che utilizzate e dal suo grado di assorbimento) 160 gr farina integrale 1 uovo medio 80 gr di zucchero semolato 280 ml di latte (in alternativa 220 ml di acqua < minor quantità di grassi) 80 gr di burro a tocchetti ammorbidito 12 gr di lievito di birra un cucchiaino di miele un cucchiaino raso di sale PROCEDIMENTO 1. Preparate un lievitino sciogliendo il lievito di birra in 100 gr(presi dal totale) di latte tiepido e un cucchiaino di miele; aggiungete poi 100 gr di farina bianca(presa dal suo totale). Mescolare e fate riposare per un’oretta circa coperto da un canovaccio pulito. 2. Trascorso il tempo necessario in un’altra ciotola mescolate il lievitino, la restante farina 00, la farina integrale, l’uovo, il restante latte e lo zucchero semolato. Impastate fino ad amalgamare tutti gli ingredienti, abbiate cura di lavorare l’impasto un po’ a lungo, almeno per 5 o 10 minuti. Aggiungete il burro in due riprese, e lavorate ancora per 10 minuti. Infine, aggiungete il cucchiaino raso di sale. Lavorate un altro po’, e poi componete una palla. Lasciate lievitare(in luogo tiepido e asciutto) coperta da un canovaccio per 1 ora e mezza o 2, fino a completo raddoppio. 3. Trascorso il tempo stendete l’impasto delicatamente con un mattarello su di una spianatoia leggermente infarinata(non aggiungete più farina). Formate un rettangolo e arrotolate dalla parte della lunghezza, formando un filoncino. Inseritelo in uno stampo da plumcake imburrato(il mio entrava giusto giusto nello stampo per senso di lunghezza; se il vostro filoncino è più grande dello stampo sigillate le stremità mettendole sotto). Fate lievitare in forno spento fino a quando l’impasto non avrà riempito la forma o sarà arrivato ai bordi dello stampo. 4. Cuocete in forno statico a 180°C per 40 minuti. Se si scurisce troppo in cottura coprite con alluminio e proseguite. 5. Sfornate ed estraete subito dalla stampo. Lasciate intiepidire e avvolgetelo in un canovaccio pulito. Lasciate riposare per 24 ore. 6. Trascorso il tempo di riposo tagliate il filoncino in fette spesse 1 cm (o meno), mettetele su una leccarda rivestita di carta forno e infornate a 150° per 40 minuti, girando le fette a metà del tempo. Se non si sono brunite passatele 2 minuti sotto al grill come ho fatto io. 7. Fate raffreddare e conservatele chiuse bene dentro un sacchetto per alimenti o una scatola ermetica. |
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